La deputata carpigiana Manuela Ghizzoni, che in più di un’occasione è intervenuta nel corso della vertenza della Sicar, incontrando anche proprietà e lavoratori in lotta, esprime la propria soddisfazione per la conclusione della vicenda ma sottolinea le preoccupazioni per il futuro.

“Finalmente – dichiara la parlamentare del Pd – e grazie al ‘Patto per attraversare la crisi’ siglato nella primavera del 2009 tra Regione Emilia-Romagna, Associazioni d’Impresa e Sindacati, è stato possibile trovare una prima soluzione positiva alla complessa vicenda della Sicar di Carpi con la previsione della Cigs per altri sei mesi, la mobilità con incentivi e altre misure accolte con favore dai lavoratori.

Resta la preoccupazione per il futuro – aggiunge Ghizzoni – perché molte imprese, come accaduto per la Sicar, stanno raggiungendo il termine di utilizzo degli ammortizzatori e il ricorso a quelli in deroga della Regione è ancora l’unica strada possibile per continuare a garantire tutele ai lavoratori. Penso ad esempio alla Steton e alle altre aziende del territorio e della provincia.

Le istituzioni locali e la Regione fanno la loro parte – prosegue la parlamentare democratica – purtroppo la crisi è devastante e tutt’altro che alle nostre spalle. In tutti i Paesi si sono messe in campo politiche anticicliche tranne che nel nostro mentre è necessario mettere mano ad un piano organico di riforma e di prolungamento degli ammortizzatori sociali. Su questo punto i deputati di maggioranza e di opposizione si sono dettitutti d’accordo: ma il Governo, per il tramite del ministro Sacconi, ha opposto il suo netto e irresponsabile rifiuto.

Mentre la Regione Emilia Romagna ha affrontato la difficile situazione occupazionale e produttiva con un piano anticrisi da 520 milioni di Euro, per tutelare i lavoratori e l’attività delle imprese – conclude l’on. Ghizzoni – il Governo ha messo la testa sotto la sabbia come gli struzzi, negando la crisi. Al contrario è urgente allungare al più presto ilperiodo di cassa integrazione ordinaria da 12 a 18 mesi, come chiedono sindacati ed imprenditori”.