“In questi tre anni ho capito bene cos’è la pittura e il restauro”. “Questa esperienza ha colorato di vivacità la nostra vita”. “Sono orgogliosa di avere conosciuto la restauratrice del quadro di santa Cecilia”: così i bambini della Quinta A della scuola elementare Anna Frank di Modena descrivono i tre anni di laboratorio che la loro classe ha dedicato al restauro della Pala di Santa Cecilia di Antonio Simonazzi. La pala, custodita alla Chiesa del Voto, è stata restaurata da Cristina Russo Verbini e i bambini, nell’ambito del progetto “La scuola adotta un monumento”, hanno seguito le diverse fasi del percorso per restituire l’opera al suo antico splendore.

Sabato 20 febbraio alle 10.30, nella sala Arte sacra del Museo, in viale Vittorio Veneto 5, ragazzi e insegnanti parteciperanno alla giornata conclusiva del progetto “La scuola adotta un monumento”. Saranno presenti il sindaco di Modena Giorgio Pighi, il presidente della Fondazione cassa di risparmio di Modena Andrea Landi, il presidente dell’associazione Amici dei musei Gaetano Rossi, il dirigente scolastico del Nono circolo Valeria Coppelli e la direttrice del Museo Francesca Piccinini. In programma anche il concerto per organo e spinetta “Capricci e fantasie” eseguito dal maestro Riccardo Castagnetti, organizzato con la collaborazione del festival musicale “Grandezze e meraviglie”

Il progetto “La scuola adotta un monumento” è promosso dall’assessorato all’Istruzione del Comune di Modena e dall’associazione degli Amici dei musei e dei monumenti modenesi , in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. I ragazzi della scuola Anna Frank hanno adottato un dipinto raffigurante Santa Cecilia, protettrice dei musicisti, del pittore modenese Antonio Simonazzi (1824-1908): la santa, ritratta nell’atto di suonare, è sormontata da tre angioletti intenti nella lettura di un pentagramma.

I bambini hanno lavorato per tre anni con il coordinamento del Museo civico d’arte, con momenti di sperimentazione a scuola e nel laboratorio del Palazzo dei musei alternati a visite in città, incontri di studio e osservazione sul campo del lavoro della restauratrice. A scuola, con prismi e materiali diversi, i ragazzi hanno scoperto che la luce genera i colori e che il colore degli oggetti dipende anche dal tipo di luce da cui sono illuminati. In città hanno visitato la Chiesa del Voto e conosciuto la sua storia; hanno analizzato il dipinto di Santa Cecilia nella sua collocazione, ancora da restaurare e hanno incontrato la storia e l’attività artistica di Antonio Simonazzi e del suo maestro Adeodato Malatesta.

Nel laboratorio della restauratrice, i bambini hanno conosciuto da vicino strumenti e procedimenti utilizzati per restaurare un dipinto: la pulitura, la stuccatura, il “vuoto” per stendere la tela, la reintegrazione pittorica. Al Palazzo dei musei hanno preso contatto con antichi materiali pittorici, con i supporti e il trattamento preparatorio per il loro utilizzo; hanno scoperto le caratteristiche e il comportamento dei pigmenti e dei leganti naturali. Infine, dopo aver allenato la mano con la tecnica del “rigatino”, hanno sperimentato la pulitura e la reintegrazione pittorica procedendo con sottili tratteggi ad acquerello su dipinti dell’Ottocento di proprietà della restauratrice. La storia di Antonio Simonazzi e del suo tempo è così diventata un piccolo libro per ragazzi: “Luce e colore – Antonio Simonazzi, santa Cecilia e… dintorni”, corredato da giochi e immagini che documentano le diverse tappe del percorso.