“E’ proprio il caso di dirlo – dichiara il dott. massimo Becchi Presidente di Legambiente Reggio Emilia – se ci sei batti un colpo. E’ l’appello che lanciamo all’assessore Paolo Gandolfi dopo il 18° sforamento delle poveri fino, le PM10, a Reggio nel primo mese dell’anno, fenomeno attenuato solo nei giorni di pioggia, ma che neppure la leggera nevicata di pochi giorni fa ha potuto più di tanto mitigare”.“Il limite dei 50 microgrammi/metro cubo è infatti stato superato per 18 volte dalla centralina di viale Timavo, per 16 volte da quella del San Lazzaro e per “sole” 12 volte da quella di viale Risorgimento, che essendo in zona ospedale, quindi meno trafficata, risente meno di questo fenomeno. E’ infatti ormai inutile nascondersi dietro il discorso di un problema ambientale di area vasta, in quanto non è solo un problema di ristagno degli inquinanti al suolo nella valle Padana, ma anche di quanto quotidianamente viene messo in circolazione tutti i giorni, soprattutto dal trasporto privato. Buona parte della città è infatti metanizzata o fornita di teleriscaldamento, dimostrato anche dai valori tutto sommato contenuti del biossido di azoto, sempre sotto il valore soglia ed uno dei traccianti per questo tipo di inquinamento. Non va comunque molto meglio a Castellarano, Guastalla o Casalgerande che hanno 16, 14 e 15 sforamenti delle polveri fini. Negli ultimi anni le politiche di contenimento del fenomeno sono state quasi del tutto assenti, e comunque inefficienti, visto che il numero di giornate con le polveri fino superiori al limite consentito sono esenzialmente legate all’andamento stagionale e non alla bontà delle politiche della mobilità”.
“Chiediamo quindi – conclude Becchi – all’Assessore Gandolfi se intende aspettare la prossima pioggia, come di solito fa, o se intende prendere provvedimenti per la salvaguardia della salute pubblica, visto che comunque il trasporto su gomma incide pesantemente su questo fenomeno, evitando operazioni di facciata come quella di Milano, con il blocco domenicale, del tutto inutile per la scarsa mobilità presente anche a Reggio, legata alla chiusura delle scuole, delle fabbriche e degli uffici”.