Dall’Unità d’Italia agli anni Sessanta, come è cambiato il rapporto fra la donna e il mondo del lavoro. Per raccontare la trasformazione dell’identità femminile nella società italiana del XX secolo, la Salannunziata di Imola (via Fratelli Bandiera 17/A) propone la mostra storico-documentaria “Donne e lavoro: un’identità difficile. 1860|1960 lavoratrici in Emilia-Romagna”.
Sabato 30 gennaio alle ore 11 è in programma l’inaugurazione della mostra, promossa dalla presidenza della Giunta della Regione Emilia-Romagna e dall’Ibc-Soprintendenza beni librari e documentari in collaborazione con il Comune di Imola. Interverranno Maria Giuseppina Muzzarelli, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna; Bruno Solaroli, capo di Gabinetto del Presidente della Regione; Rosaria Campioni, soprintendente dei beni librari e documentari della Regione e gli assessori alla cultura e alle pari opportunità del Comune di Imola, Valter Galavotti e Donatella Mungo.
La mostra
A cura di Rossella Ropa e Cinzia Venturoli, l’iniziativa ripercorre per immagini e temi, in 42 pannelli, i tempi e le fasi dell’inclusione ed esclusione femminile nel mondo del lavoro, individuandone cause e ragioni. Raccontando le difficoltà ad accedere a lavori ritenuti “naturalmente maschili” alla fine dell’Ottocento, la possibilità di esercitare tutte le professioni a partire dalla fine della prima guerra mondiale, i passi indietro fatti durante il periodo fascista e arrivare, infine, al raggiungimento della parità duramente conquistata con le lotte degli anni 1950-1960.
La narrazione prende in esame le caratteristiche degli ambiti lavorativi (i salari più bassi, lo status inferiore, la minore qualificazione) e la loro evoluzione; le riviste, le associazioni e le donne che hanno portato avanti le richieste delle lavoratrici; la legislazione dedicata al lavoro femminile; le conseguenze sulle strutture sociali e sulla mentalità dominante.
Alla mostra è dedicato anche l’omonimo volume, sempre di Rossella Ropa e Cinzia Venturoli, pubblicato per la collana Erba (Emilia-Romagna Biblioteche e Archivi) dell’Ibc- Soprintendenza beni librari e documentari (n. 70, Editrice Compositori, Bologna).
Il libro e la mostra sono stati realizzati nell’ambito delle iniziative del Comitato per le celebrazioni del 60º anniversario della Costituzione italiana composto da Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Bologna, Ufficio territoriale di Governo di Bologna, Università di Bologna e Ufficio scolastico regionale.
La mostra sarà aperta fino al 14 febbraio (per poi divenire itinerante in regione), sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle19 e, dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 19.
L’allestimento
L’allestimento, a cura di Pablo Comunicazione, comprende 42 pannelli preceduti da un’introduzione generale alla mostra.
Due le sezioni principali. La prima, “Dall’Unità d’Italia alla prima guerra mondiale”, racconta delle attività allora tradizionali (dalle mezzadre alle braccianti, dalle risaiole alle lavandaie, dalle lavoranti a domicilio alle operaie), dei lavori di cura (di balie, levatrici, infermiere, crocerossine), delle lavoratrici dello Stato (tabacchine, impiegate, maestre). Con approfondimenti sulle lotte delle donne in campagna e in città.
Dopo un focus sul lavoro femminile durante il primo conflitto mondiale, si apre la seconda sezione “Dal regime fascista agli anni Sessanta” suddivisa in due parti: “Il fascismo e la seconda guerra mondiale” (La missione della donna nella propaganda fascista; Le donne organizzate: fasci femminili e sezioni operaie e lavoranti a domicilio; Massaie rurali e donne in Africa; Nelle fabbriche; Lavorare in campagna; I littoriali femminili del lavoro; Donne in guerra) e “Dal dopoguerra agli anni Sessanta” (Votare ed essere votate. Donne sulla scena pubblica; Il diritto al lavoro; La legislazione; Richieste e rivendicazioni per il lavoro in campagna e in fabbrica; Le operaie; Il lavoro a domicilio: mutamenti e persistenze; La campagna; Mestieri e professioni).