La prestigiosa rivista Nature Protocols, una delle voci più autorevoli a livello internazionale nel campo dello sviluppo di nuove tecnologie e metodiche scientifiche, ha pubblicato nei giorni scorsi un articolo a firma di autori tutti modenesi, appartenente al gruppo del prof. Andrea Cossarizza, docente di Immunologia, del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
In esso si descrivono le più importanti modificazioni a carico delle principali specie reattive dell’ossigeno (inclusi i cosiddetti radicali liberi dell’ossigeno) in cellule tumorali, che vanno incontro a morte cellulare programmata indotta da vari tipi di farmaci antineoplastici, antivirali o composti naturali con azioni farmacologiche.
Lo studio, portato avanti grazie all’utilizzo di una sofisticata strumentazione, di cui dispone l’Ateneo, donata qualche anno fa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, ha identificato le principali caratteristiche dei sistemi ossidanti/antiossidanti presenti all’interno della cellula e ha identificato le strategie messe in atto dalle cellule per mantenere un corretto bilanciamento tra produzione di molecole tossiche (quali appunto le specie reattive dell’ossigeno) e utilizzo di molecole antiossidanti.
“Il lavoro del gruppo coordinato dal prof. Cossarizza – commenta il Rettore prof. Aldo Tomasi – ben si inserisce in un filone di ricerca che da anni è presente nella nostra Università. I radicali liberi ed i sistemi antiossidanti costituiscono lo ‘Yin Yang’ del nostro organismo, il dualismo di principi che in equilibrio definiscono lo stato di salute. La capacità di comprendere, nei suoi più reconditi meccanismi, come l’organismo mantiene questo equilibrio e come sia possibile con interventi appropriati ristabilirlo è la strada maestra per la comprensione e, quindi, lo sviluppo di terapie per malattie non ancora trattabili dalla scienza medica. Sinceramente mi congratulo col collega per i risultati ottenuti e confido nell’ulteriore sviluppo dei suoi studi”.
Questo studio ha infatti dimostrato per la prima volta come variano i livelli di glutatione, che è la principale molecola dotata di una grande attività antiossidante presente all’interno delle cellule, all’aumento dei livelli intracellulari di diverse specie reattive dell’ossigeno misurando contemporaneamente, a livello di singola cellula, tutte queste molecole. Questo approccio ha permesso di dimostrare che l’effetto biologico di una certa molecola, quale ad esempio la quercetina (una sostanza naturale della famiglia dei flavonoidi, presente in grande quantità nella nostra dieta) dipende dalla quantità di molecole antiossidanti presenti all’interno della cellula.
“La metodologia sviluppata, che è applicabile pressoché a qualunque tipo di cellula, – spiega il prof. Andrea Cossarizza dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – permetterà di comprendere meglio il ruolo delle specie reattive dell’ossigeno e dei meccanismi difensivi antiossidanti in numerosissime patologie umane, dal cancro alle malattie cardiovascolari, all’aterosclerosi, al diabete, alle malattie neurodegenerative, quali ad esempio la malattia di Alzheimer o il morbo di Parkinson, al processo di invecchiamento fisiologico”.