Il Pm Paolo Gengarelli, che si sta occupando del caso relativo alla morte di Marco Pantani, ha affermato sibillinamente di non escludere che l’autopsia possa portare a nuovi sviluppi delle indagini.

Il che lasciarebbe pensare a qualcosa di diverso da una morte naturale, anche se Gengarelli ha stoppato subito le voci: “Nessuno ha parlato di suicidio. Fino all’esito dell’esame autoptico, comunque escludo anche che vi possano essere indagati” ha spiegato il magistrato. Per quanto riguarda l’uso di stupefacenti, il pm ha confermato quanto già detto: “Non è stato trovato nulla di significativo per le indagini nella stanza. Gli ansiolitici facevano parte della prescrizione medica per le sue cure”. Sarebbero infatti almeno tre le scatole di psicofarmaci, e una decina quelle di ansiolitici, ritrovate nell’appartamento di Pantani. Rimane il mistero che verrà svelato con l’autopsia.

Intanto dai primi interrogatori ai testimoni è emerso che Pantani avesse avuto l’ultimo contatto con il portiere del residence via telefono intorno alle 11 di ieri mattina, mentre le ultime persone a vederlo e a scambiarci qualche battuta di persona sono stati, la sera precedente, alcuni giocatori della Rimini Basket che alloggiavano nell’appartamento adiacente. Il Pm Gengarelli sta anche contattando tutte le persone che hanno visto il ciclista durante il suo volontario esilio nel miniappartamento D5 del residence “Le Rose”, dove si era letteralmente rinchiuso il 9 febbraio scorso e dove è stato trovato morto sabato sera alle 21,30. Tra loro, due atleti: sono i giocatori di pallacanestro italoargentini Bruno Labaque e Roberto Gabini, entrambi della Conad Rimini, ospitati nelle stanze accanto a quella di Pantani.