Per la prossima estate il gene principale che causa la psoriasi avrà un volto ed entro la fine dell’anno si saprà in via definitiva il suo ruolo in questa malattia della pelle, con potenziali risvolti terapeutici.


E’ l’annuncio di Giuseppe Novelli del Dipartimento di Medicina di Laboratorio presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Tor Vergata in occasione del III Congresso Internazionale ”Psoriasi, problema medico e sociale” promosso dalla Associazione per la Difesa degli Psoriasici (ADIPSO), che apre i battenti il 12 febbraio a Roma dando appuntamento non solo ai massimi esperti mondiali della psoriasi
ma anche ai pazienti.

Il gene si cercherà in un totale di 1000 famiglie con
soggetti psoriasici, di cui 162 sono state selezionate in Italia. Al fine di identificare questo colpevole si sono uniti per la prima volta i dieci principali laboratori del mondo per lo studio della genetica di questa malattia che si manifesta con macchie cutanee rossastre e squamose soprattutto su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e sulla parte inferiore della schiena. Inoltre l’associazione americana per la psoriasi ha già promesso uno stanziamento di fondi per coprire le spese della ricerca ed anche l’Italia, come le altre nazioni
partecipanti, potrebbe dare il proprio contributo grazie all’ADIPSO.

Il punto chiave di quest’unione è, spiega Novelli, l’aver deciso una linea di lavoro comune e la gestione dei dati in un unico data base che avrà sede in America e sarà gestito da Mark Daly che e’ il promotore del nuovo progettogenoma ‘Haplomap’.

La soluzione dell’enigma del gene, che si trova sul cromosoma 6 ma sfugge all’identificazione da tempo, finora è stata ritardata dalle differenze nel modo di gestirne la ricerca nei diversi centri che se ne occupano, osserva il genetista, che spesso sono giunti a risultati tra loro contrastanti. Il consorzio mondiale ha messo la parola fine a questo problema, ora è solo questione di tempo.

Una volta trovato il gene, si spera prima dell’estate, si procederà a test di verifica e poi a ricerche per capire cosa fa da un punto di vista molecolare il suo prodotto proteico. Così, conclude Novelli, si fisseranno nuovi bersagli farmacologici da colpire per curare la psoriasi.