”Dove mai andiamo? Sempre a casa…”. Un pensiero di Novalis, il celebre poeta romantico
tedesco per interpretare una volta di più, usi e tradizioni all’italiana e dirci che in fondo il Capodanno è meglio così. Tra quattro mura amiche, quelle di casa propria o degli amici, i
più stretti. Una ricerca dell’Osservatorio di Milano in due grani città italiane informa che il 70 per cento degli italiani, quest’anno, festeggerà ‘rintanata’ a casa la notte di festa più lunga e programmata dell’anno.


Ben il 5 per cento in più del 2002. Il resto si dividerà tra turisti e ‘avventori di piazza’ che quest’anno crescono del 2 per cento, complici anche le sempre più numerose iniziative
di spettacoli e concerti ‘on the road’ messe in campo dagli enti locali italiani.

Ma che fa quel 30 per cento di italiani che ‘prende la porta’ e se ne va? Tra le località montane e le tradizionali mete del turismo d’arte ci sono per il 12 per cento degli italiani, le città europee di Parigi seguita a ruota da Londra, Vienna, Praga e Madrid.
Il restante 18 per cento trascorrerà invece la nottata tra bottiglie di Brut e un corale conto alla rovescia in filodiffusione dalla piazza comunale al televisore del ristorante sotto casa.

Qualche aggettivo? I più spensierati, con il 20 per cento dei vacanzieri, risultano essere i milanesi, a Bologna va invece il primato dell’aggregazione con un buon 18 per cento di fan di piazza o discoteca per finire con Napoli, Bari e Palermo dove
‘sbanca’ per un rassicurante 75 per cento, il capodanno a casa.

Ma perchè tanta voglia di casa? Risponde Massimo Todisco, direttore dell’Osservatorio: ”La crisi economica pesa enormemente sulle famiglie italiane che in questi giorni evitano spese superflue e tendono a chiudersi nella propria abitazione festeggiando con pochi intimi”.
”Ma c’è anche la reazione opposta – rileva l’esperto – di chi tende a esorcizzare le paure della crisi economica, del terrorismo, uscendo di casa, mescolandosi alla gente e festeggiando in piazza”.