Duecentosettanta milioni di bottiglie stappate, per un giro d’affari pari a 1.250 milioni di euro, il 10% in più rispetto allo scorso anno: a tracciare il primo
bilancio delle festività di fine anni è l’Associazione Enologi Enotecnici Italiani (Assoenologi), precisando che la parte del leone, come di consueto, la giocheranno gli spumanti.


Fra Natale e Capodanno, si legge in una nota, nel nostro Paese si stapperanno quasi 270 milioni di bottiglie di vini e spumanti, più di 170 milioni di vini tranquilli e poco meno di 100 milioni di bottiglie di spumanti, per un giro d’affari vicino a 1.250 milioni di euro, in pratica oltre il 10% in piùrispetto a quello del 2002, che fece registrare 1.100 milioni di
euro.

”Come sempre in queste occasioni la parte del leone la fanno gli spumanti – precisa Assoenologi – Non a caso oltre il 50% degli spumanti italiani trova il proprio momento di consumo nel periodo di fine d’anno (tra Natale e l’Epifania con un giro d’affari di circa 360 milioni di euro)”. In questo contesto, su
quasi 100 milioni di bottiglie, l’Asti, con 20 milioni di
bottiglie, si colloca al primo posto, seguito dal Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene con 18 milioni.

Per le festività 2003/2004 gli spumantisti italiani hanno preparato 150 milioni di bottiglie per tutti i gusti e per tutte le tasche, di cui 50 milioni inviati all’estero. L’Italia infatti è il terzo produttore mondiale di spumante dopo Francia e Spagna. Del resto gli italiani, nonostante tutto, bevono
mediamente solo 3 bottiglie di spumate l’anno, contro le 5 dei francesi e dei tedeschi.