Il sindaco Graziano Delrio ha riferito ieri in Consiglio comunale in merito al decreto legge 135 del 25 settembre 2009 per il recupero degli “aiuti di Stato” erogati dal 1996 al ‘99, così indicati dalla Commissione europea, in favore di imprese di servizi pubblici: la cosiddetta moratoria fiscale per le multiutility di cui avrebbe beneficiato anche Iride, società ligure-piemontese impegnata nella fusione con l’emiliana Enìa, di cui il sindaco di Reggio è presidente del patto di sindacato.
“Le notizie di stampa di questi giorni – ha detto Delrio – si sono rivelate in un certo senso anticipatorie di quanto il governo italiano ha deciso, sotto l’impulso della Commissione europea. In particolare sono qui a informare del fatto che il Consiglio dei ministri ha sottoposto, per la firma, al presidente della Repubblica il decreto legge, che dovrà essere convertito in legge entro i successivi 60 giorni, relativamente all’attuazione di obblighi comunitari per l’esecuzione delle sentenze della Corte di giustizia della Commissione europea: il cosiddetto decreto legge per il recupero degli aiuti di Stato ’96-99. Tale decreto impone in sostanza alle utility che usufruirono di aiuti di Stato in quel triennio, e sottolineo che i questo gruppo non figura Enìa, di riversare quelle somme, perché illegittime”.
“Dal 2002, quando la Commissione europea ha deciso la sospensione degli aiuti di Stato – ha proseguito il sindaco – sono state emanate dai governi italiani ben cinque leggi per poter chiudere il caso con la Commissione europea. In realtà, come apprendiamo in queste ore, il caso non è ancora chiuso, ma anzi, come riferisce fra l’altro in un documento FederUtility, nonostante le rassicurazioni delle istituzioni nazionali riguardo al fatto che tale contenzioso, riguardate società di notevole rilievo come A2A Iride Acea ed Hera, fosse chiuso con la primavera 2009, la Commissione europea ha richiesto un ulteriore provvedimento al governo italiano. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Saglia ha stigmatizzato duramente la decisione della Commissione attribuendo ogni responsabilità al commissario europeo Kroes, che non ha accettato l’interpretazione flessibile della norma, suggerita dal governo stesso”.
“A questo punto – ha aggiunto Delrio – non resta che attendere la quantificazione da parte dell’agenzia delle Entrate delle somme che le aziende citate dovranno versare. Nessuna di queste aziende, considerate fra l’altro le rassicurazioni avute dal governo, credo abbia compiuto accantonamenti per far fronte a questi esborsi, che nel complesso ammontano a una cifra stimata in 400 milioni e, nel caso di Iride, a una cifra che si aggirerebbe presumibilmente, secondo le stime del governo, fra i 60 e i 70 milioni di euro. Cifre che comunque vanno prese con assoluta prudenza, in quanto – ribadisco – la quantificazione esatta e formale degli oneri non è ancora avvenuta da parte dell’agenzia delle Entrate”.
Riguardo ai possibili riflessi sulla fusione Enìa-Iride e in particolare sul concambio azionario e utili, il sindaco ha sottolineato che “la fusione è operativa dal momento in cui si firmano i patti post-fusione. Contiamo quindi di completare l’iter con il nuovo anno, cioè con il bilancio 2010. Avuta notizia della firma del decreto da parte del presidente della Repubblica, abbiano previsto una riunione con i nostri soci, perché siano messi al corrente delle conseguenze che tale eventuale ‘multa’, per l’importo che sarà determinato, avrà ad esempio sui dividendi. Uno degli aspetti più competitivi della fusione Enìa-Iride è appunto che i dividendi presunti per il 2010 sarebbero aumentati, per Enìa, del 140 per cento. Occorrerà appurare quanto la decisione presa in queste ore inciderà su dividendi e valori di concambio. Credo sia dunque necessario un approfondimento, per assicurare la tutela del patrimonio del Comune di Reggio e di tutti gli altri Comuni del patto di sindacato Enìa. Un approfondimento che sarà possibile non appena avremo tutti gli elementi definiti con precisione. Non possiamo accollarci debiti di altre aziende; quello odierno è un fatto certamente nuovo, alla luce del quale valuteremo se ridiscutere o meno i termini degli accordi, come prevedono le clausole di fusione. Naturalmente, dopo la quantificazione esatta della somma e dopo il giudizio del cda di Enìa, sarò disponibile a riferire in Commissione consiliare”.
“Il sindaco – ha concluso Delrio – non assumerà alcuna decisione se non dopo aver assunto gli indirizzi dal Consiglio comunale. Questo nuovo fatto riguardante Iride rappresenta un rafforzamento per noi da un punto di vista negoziale, ci può mettere in condizioni di ottenere ulteriori riconoscimenti”.