A dieci anni dalla morte, avvenuta il 26 aprile 1999, Modena rende omaggio allo storico Albano Biondi. L’Archivio storico del Comune pubblica, a cura di Massimo Donattini, il volume “Umanisti, eretici, streghe. Saggio di storia moderna”, che in 743 pagine raccoglie larga parte del lavoro di studio e ricerca storica e umanistica di Biondi. La pubblicazione, ideata da Aldo Borsari, direttore dell’Archivio, raccoglie trenta saggi dello storico modenese, un’introduzione di Adriano Prosperi e un ricordo di Massimo Donattini. Mercoledì 23 settembre, nel Teatro della Fondazione San Carlo, è inoltre in programma una giornata di studi in onore di Albano Biondi. Nella mattinata sono previsti gli interventi di Marco Cattini (“Il fascino discreto delle Cronache”), Elio Tavilla (“Modena 1598: la costruzione di una capitale”), Franco Bacchelli (“L’interpretazione del Rinascimento in Albano Biondi”) e di Silvana Seidel Menchi /”Giulio, Erasmo, Hutten. Un dialogo a tre voci”). Nella seconda parte della mattinata interverranno Gianvittorio Signorotto (“Albano Biondi e l’idea di Controriforma”), Giuseppe Marcocci (“Contro i falsari. Gaspar Barreiros censore di Annio da Viterbo”) e Stefania Pastore (“Melchor Cano e l’Italia”).
Nel pomeriggio sono previsti gli interventi di Carlo Ginzburg (“La lettera uccide. Su alcune implicazioni di 2 Cor. 3,6”), Maria Pia Fantini (“La magia delle parole secondo gli inquisitori: tipologie e analisi di atti performativi”), Adriano Prosperi (“I Vaticinia Pontificum e l’uso dell’astrologia nella propaganda religiosa e politica del Cinquecento”) e Vincenzo Lavenia (“Processo e morte di Flaminio Fabrizi (1587 – 1591)”). La giornata di studi di conclude con gli interventi di Matteo Al Kalak (“‘Il più nefando dei libri’. Pasquino e i canali sotterranei dell’eresia”), Lucio Biasiori (“Prima e dopo Biondi. Bilancio e prospettive della ricerca sulla figura di celio Secondo Curione”) e Adelisa Malena (“‘Wishful thinking”: la santità come tentazione. Intorno ai ‘quietismi’ del Seicento”).
Nato a Fiumalbo nel 1930, Albano Biondi insegnò per una ventina d’anni in diverse scuole medie inferiori e superiori, abbinando l’insegnamento di letteratura e storia, e dal 1973 passò all’insegnamento universitario a Bologna, divenendo infine titolare di cattedra di Storia moderna. Fu anche docente di Storia moderna all’Università di Modena e Reggio Emilia. Gli interessi storiografici dello studioso sono documentati da oltre un centinaio di pubblicazioni: si tratta di recensioni su riviste specializzate, traduzioni ed edizioni di testi rilevanti per il dibattito storiografico, collaborazioni originali a imprese collettive. Biondi dedicò la maggior parte dei suoi studi a tematiche di storia istituzionale e storia della cultura moderna (dall’Umanesimo a tutto l’Ancien Regime), indagando le strutture formalizzate e l’immaginario collettivo.