Fabio Savi, ergastolo per i gli omicidi della banda della Uno Bianca, da un mese rifiuta il cibo. E’ nutrito con una flebo. Savi, in una lettera al legale, dice di aver diritto ad una cella singola e ad un lavoro per aiutare la famiglia. Protesta di essere detenuto con mafiosi e di non vedere assicurata la ‘territorialità della pena: la moglie vive a Firenze e non si può permettere di andare a trovarlo a Voghera.
”Non abbiamo pietà, non ne ebbe per i nostri”, ha commentato l’associazione dei parenti delle vittime.