La cooperativa Boorea e Legacoop Reggio Emilia hanno organizzato, ieri all’Hotel Astoria, una riflessione sulla recente enciclica di Papa Benedetto XVI “Caritas in Veritate”. Dopo l’introduzione del presidente di Legacoop e Boorea Ildo Cigarini, sono intervenuti Alberto Melloni, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, don Gianni Bedogni, responsabile della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, Giuliano Poletti, presidente nazionale di Legacoop, Maria Giuseppina Muzzarelli, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. Ha coordinato l’incontro Gabriele Franzini, direttore del TG Reggio di Telereggio. L’iniziativa ha visto la partecipazione di un folto pubblico: presenti in sala anche molti importanti esponenti della pubblica amministrazione, tra cui il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, dell’Università, del mondo sociale ed economico, della cultura.
“Non deve stupire – ha detto il presidente Cigarini aprendo i lavori – che sia la cooperazione ad affrontare una riflessione sull’enciclica, visto che affronta importanti questioni legate all’economia, al lavoro e all’impresa, e li affronta con molti punti di contatto con quelli che sono i valori e i principi della cooperazione. L’iniziativa di oggi – ha poi spiegato il presidente di Legacoop – vuole innanzi tutto recepire un invito che l’enciclica del Papa fa a tutti noi, e cioè l’invito ad alzare lo sguardo, a guardare oltre il presente, a pensare a un futuro che anche nel mondo dell’economia sia ancorato a forti valori etici e morali. C’è un passo dell’enciclica indicativo: «La crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità.» Due concetti forti che richiederebbero uno specifico approfondimento. In modo forse un po’ semplicistico così potrebbero essere interpretati: capire le cause profonde della crisi e mettere in campo una nuova progettualità economica e sociale.”
Approfondito l’intervento di Alberto Melloni, che ha esaminato l’enciclica raffrontandola anche con quelle precedenti di Papa Ratzinger e con quelle precedenti sui temi sociali. “Esiste una dottrina sociale della Chiesa? si è chiesto Melloni. In realtà non esiste una unica dottrina sociale, ma diversi modi di approcciare le problematiche sociali. Papa Benedetto XVI propone una visione omogenea di questi approcci, riportando la dottrina sociale alla dialettica fede-ragione, tema caro al Papa tedesco. E questo, per Melloni, è sia un punto di forza che di debolezza della “Caritas in Veritate”. E’ anche un documento che può prestarsi ad un uso abbastanza improprio.
Per don Bedogni l’enciclica è una sistematizzazione della dottrina sociale della Chiesa, in cui il Papa propone di ripensare l’economia e i suoi fini. Per l’enciclica occorre una visione antropologica, perché oggi è evidente un deficit di umanesimo. Nella “Caritas in Veritate” il Papa ha voluto mettere in rilievo la complementarietà dei due termini, dove la carità vuole significare la passione per l’uomo.
La vicepresidente della Regione ha affrontato il tema dell’etica e della coscienza. Sulla questione delle regole, che è stata affrontata da più interventi, la Muzzarelli ha sostenuto che non serve un’etica nuova, e non servono delle nuove regole, ma è necessaria la coerenza tra regole e comportamenti. Il fatto che l’economia – ha poi aggiunto la Muzzarelli – sia al centro dei nostri pensieri, non deve significare che l’uomo sia al secondo posto, ma significa che l’economia è funzionale all’uomo.
Il presidente nazionale di Legacoop ha affrontato le questioni del mercato oggi: si è pensato per anni l’obiettivo principale fosse estrarre valore dall’impresa, per creare valore esclusivamente per l’azionista. “Ma alla collettività, al territorio, ai lavoratori, allora cosa lasciamo?” L’etica dell’impresa non è fare profitto, e basta. L’esperienza della cooperazione, per Poletti, a questo riguardo è significativa: le cooperative stanno sì sul mercato, ma ci stanno rispettando i propri valori. “L’egoismo è un bene?” come sostiene qualcuno. Per Poletti gli egoismi di tutti non portano, attraverso il libero mercato, al bene comune. E infine, per Poletti, le classi dirigenti dovrebbero avere l’obbligo di dare il buon esempio.