”Allarmata? Francamente no”. Il Prefetto di Modena, Italia Fortunati, ha risposto così ai giornalisti che l’hanno avvicinata all’uscita della sinagoga dopo che ha incontrato la presidente della comunità ebraica, moglie dell’ ex presidente Enrico Crema.
”Alla luce dei primi accertamenti – ha detto il Prefetto – anche se sono al vaglio diverse ipotesi, non ci sono elementi che facciano pensare a qualcosa di diverso da un gesto disperato”.

Italia Fortunati, citando i dati emersi dal Comitato per l’ ordine e la sicurezza pubblica che ha
presieduto, ha smentito le voci secondo le quali, prima di rientrare in macchina e suicidarsi, il kuwaitiano avesse cercato di fuggire: ”A quanto ci risulta non è mai uscito dall’automobile”.
”L’idea che ci siamo fatti – ha aggiunto il Prefetto – è che si tratti di un gesto disperato di una persona che si trovava in gravi difficoltà, anche mentali. Soffriva di crisi depressive, era senza lavoro. Ripeto, è il gesto di un disperato. Dentro la macchina non abbiamo trovato alcuna traccia
di materiale esplodente, nemmeno taniche di benzina”. Non è quindi ancora chiaro come abbia fatto a darsi fuoco.

Alla domanda se comunque nella scelta del luogo non si possa
leggere un messaggio, Fortunati ha risposto che ”questo dovremmo domandarlo alla persona deceduta”. Il prefetto ha detto anche che i punti sensibili della città, compresa la vicinissima Accademia militare, sono presidiati secondo le
necessità, e che comunque si stanno valutando tutte le cautele necessarie.

Sul contenuto delle indagini Italia Fortunati ha detto di non
poter entrare nel merito, ma ha ribadito che il suicida non èmai sceso dalla vettura e che non è allarmata. Tra i motivi di ”disperazione” dell’extracomunitario, che aveva anche
problemi di alcol, a quanto risulta, c’è anche la scadenza del permesso di soggiorno tra pochi giorni, il 14 dicembre. Per quanto riguarda i danni subiti dalla sinagoga, il prefetto ha detto che sono consistenti e comunque visibili.

Il suicida abitava in via Emilia Est e la sua abitazione è già stata perquisita con esiti negativi. Al vaglio degli investigatori c’è anche la circostanza che l’auto, entrata contromano in via Blasia, si è fermata all’angolo della sinagoga, proprio a mezzo metro dalla cabina elettrica del luogo di culto, che è stata già controllata dai tecnici di Meta spa.