Una vendemmia abbondante ma non da record quella che si prospetta per le uve italiane. Secondi alla Francia per quantita’, per il 2009 si stima una produzione di 46,5 milioni di ettolitri, quindi un quantitativo vicino alla vendemmia 2008 che fu leggermente inferiore con4 6,3 milioni di ettolitri. Il dato emerge dalla seconda indagine vendemmiale, effettuata congiuntamente nella prima settimana di settembre da Ismea e Unione Italiana Vini.
Ma a fare la differenza sara’ la qualita’ prevista buona praticamente ovunque e in diverse zone con punte di ottimo. Le abbondanti riserve idriche accumulate durante uno degli inverni piu’ piovosi degli ultimi tempi hanno compensato il caldo e la mancanza di precipitazioni dell’estate. Nessun evento particolare e’ stato poi registrato sul fronte fitosanitario. Inoltre, la vendemmia in corso si prospetta in anticipo di oltre una settimana, rispetto ad un calendario medio, a causa soprattutto del persistente caldo che ha accelerato la maturazione delle uve. Una caratteristica di questa campagna produttiva e’ quella di non presentare omogeneita’ di comportamento tra le regioni, anche quando appartenenti alla stessa area geografica. Specifici eventi atmosferici, soprattutto in fase di allegagione, hanno di fatto determinato incrementi o flessioni rispetto allo scorso anno, con variazioni che comunque, sia nell’uno che nell’altro caso, risultano quasi sempre abbastanza contenute.
Lieve l’incremento atteso in Emilia Romagna (+5%), grazie soprattutto al recupero dei vigneti emiliani, che lo scorso anno erano stati colpiti da molte avversita’ climatiche, mentre in Romagna i livelli dovrebbero confermarsi simili o di poco inferiori a quelli del 2008. Il clima e’ stato caratterizzato da temperature al di sopra delle medie registrate in questi ultimi anni e da piogge cadute con gradualita’ nel corso delle diverse fasi fenologiche. Questo ha permesso alla vite di svilupparsi con un anticipo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno permettendone, peraltro, un decorso molto positivo anche nelle ultime fasi. L’invaiatura e’ stata piu’ che buona e anche la maturazione, salvo problemi dell’ultima ora sulle tardive, non presenta problemi. La diffusione di fitopatie e’ stata pressoche’ nulla grazie a programmi di lotta guidata che hanno, di fatto, controllato le potenzialita’ di sviluppo della peronospora in areali caldo-umidi, soprattutto alla fine della primavera e agli inizi dell’estate. Gli attacchi di oidio sono risultati di minore virulenza rispetto alla media stagionale. Di poco conto anche i danni da eventi meteorologici (grandine, siccita’).