Alle prime ore dell’alba è partita l’esecuzione di 7 ordinanze di misura cautelare in carcere da parte del personale della Polizia della Questura di Roma e della Guardia di Finanza – Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e Tenenza di Mondragone (Ce), mentre restano ancora ricercati alcuni soggetti residenti all’estero, tra cui un ex calciatore. L’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura del tribunale di Roma riguarda il tentativo di acquisizione della societa’ calcistica Ss Lazio con denaro proveniente dal clan camorristico dei Casalesi. Le odierne misure cautelari ripristinano quelle gia’ eseguite il 22 luglio del 2008 e poi annullate dal Tribunale della Liberta’. Successivamente, la Corte di Cassazione ha riformato quest’ultima decisione rinviando gli atti al Tribunale della Liberta’. A seguito della pronuncia di riesame, l’Autorita’ Giudiziaria inquirente ha ora disposto l’applicazione delle misure in carcere per 7 dei 10 indagati nel frattempo rimessi in liberta’. L’ipotesi accusatoria riguarda il tentativo di acquisto della societa’ quotata Ss Lazio attraverso somme di denaro del clan dei Casalesi comunque collegate ad attivita’ di concorrenza sleale, condotta con atti violenti e intimidatori, secondo modalita’ mafiose.
“I provvedimenti eseguiti – si legge in una nota della Guardia di Finanza – confermano gli esiti delle indagini condotte in stretto coordinamento tra il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, la Digos della Questura di Roma e la Tenenza della Guardia di Finanza di Mondragone e finalizzate ad individuare e chiarire tempi, modalita’ e circostanze con le quali sono state ideate e poste in essere, dal 2004 al 2006, indebite pressioni ed attivita’ illecite, anche violente, tese a costringere l’azionista di riferimento della societa’ Ss Lazio a cedere la propria quota di partecipazione”. Nelle ordinanze vengono ripercorse le strategie adottate dai referenti del clan dei Casalesi con le quali il denaro doveva essere riciclato all’interno della nota societa’ di calcio. Secondo quanto emerso dalle indagini, il denaro sarebbe stato prima trasferito all’estero e successivamente fatto rientrare in Italia attraverso istituti bancari tedeschi, svizzeri e ungheresi. I soldi, secondo gli investigatori, dovevano infine confluire presso un istituto di credito della Capitale, per essere utilizzati per acquistare una quota rilevante del pacchetto azionario della Ss Lazio. L’intervento della magistratura ha impedito la realizzazione del piano criminoso.
Fonte: Adnkronos