È negativo il giudizio di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani all’ok della conferenza dei servizi alla proposta di riconversione dell’ex zuccherificio in centrale elettrica. Contestiamo il metodo e il merito di una scelta che ci lascia fortemente preoccupati per l’impatto sull’agricoltura e sull’ambiente.
Nel metodo, è evidente che la differente tempistica fra l’ok alla costruzione della centrale e l’assenza di accordi di filiera pluriennali impegnativi per gli agricoltori, dimostra come la realizzazione della centrale sia scollegata dal coinvolgimento diretto del mondo agricolo. Dal primo anno di sperimentazione sono infatti emersi forti dubbi in merito alla resa produttiva del sorgo, all’inserimento di un’agricoltura no-food oggi inesistente e alla remunerazione degli agricoltori. Continuiamo inoltre ad evidenziare l’anomalia di una sperimentazione gestita e sostenuta economicamente da Italia Zuccheri, soggetto direttamente impegnato anche nella realizzazione della centrale. La realizzazione dell’impianto è quindi l’unica certezza, tutto il resto è ancora molto fumoso. Ancora oggi non si sa con quale quota di sorgo sarà alimentata la centrale, quale quantità e qualità di altro combustibile saranno utilizzati, e quali garanzie per la sostenibilità nel tempo di un impianto che dovrà funzionare 365 giorni all’anno per parecchi anni.
Nel merito si è fatta una scelta che impegna ingenti risorse economiche pubbliche con un impatto occupazionale molto modesto (solo 15 posti di lavoro quando la centrale sarà attiva), costringendo gli agricoltori ad investire in un agricoltura povera e incapace di alimentare un indotto significativo. L’impatto ambientale di un camino che emetterà sostanze nocive per tutto l’anno poi non viene considerato e si trascurano le tante emergenze ambientali che pendono su un territorio già pesantemente inquinato. Nel raggio di pochi chilometri potrebbero convivere oltre alla centrale elettrica, l’autostrada cispadana, l’impianto di compostaggio di Massa Finalese, la discarica di Finale Emilia e il temuto deposito gas di Rivara. È questo il futuro sostenibile che stiamo preparando per le prossime generazioni?
Ma questo non è tutto, perchè è in dirittura d’arrivo anche una variante al vigente PRG per trasformare in area industriale la restante quota di terreno non occupata dalla futura centrale elettrica. Una operazione di speculazione economica enorme visto che 40 degli 80 ha di superficie dello stabilimento saranno destinati ad insediamenti industriali! Un regalo a Italia Zuccheri che si ritrova una miniera d’oro in casa con la possibilità di realizzare un nuovo polo industriale; il tutto in barba al milione di metri in mano alle ceramiche inoccupato da 10 anni! Nell’attesa che il tutto sia formalizzato vorremmo sapere a quali tipologie di attività produttive il Comune di Finale intende orientare i nuovi insediamenti.
Avanziamo un appello a tutti i Comitati a tutela dell’ambiente sorti in questi anni nell’Area Nord per costruire, tutti assieme, un coordinamento delle diverse vertenze ambientali che riguardano il nostro territorio per avere massa critica nei confronti delle istituzioni e delle lobbie economiche in campo. Il territorio da difendere è uno solo e non esiste un progetto meno impattante perché tutti quelli su cui i Sindaci stanno lavorando aggiungono inquinamento a una zona già pesantemente impattata.
Infine, contestiamo l’atteggiamento di chi, in Comune a Finale e in Provincia, un giorno si definisce paladino dell’ambiente osteggiando il deposito gas di Rivara, e il giorno dopo avvalla scelte infrastrutturali che minano in profondità il nostro territorio.
Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani non sono ambientalisti a corrente alternata.
(Stefano Lugli, segretario Federazione PRC Modena – Alberto Ferrari, segretario circolo PRC Finale Emilia – Alberto Boetti, segretario circolo PdCI Finale Emilia)