Fabio Filippi (FI-PdL) ha rivolto un’interpellanza alla Giunta regionale per avere chiarimenti sull’impiego delle risorse derivate dagli aumenti degli addizionali Irpef e Irap introdotti dalla Regione nel 2006, con una scelta che – commenta il consigliere- avrebbe “acuito e non aiutato la crisi in Emilia-Romagna, peggiorando la situazione, già difficile, di molte aziende attive sul nostro territorio”.
Il consigliere trae spunto per la sua richiesta da un opuscolo, titolato ‘Un patto per attraversare la crisi. Accordi e interventi a favore di imprese e lavoratori e famiglie”, diffuso in queste settimane dalla Regione Emilia-Romagna e nel quale vengono illustrate le linee guida attuate per fronteggiare la crisi. “La trovata – commenta in proposito – assomiglia ad un’iniziativa pubblicitaria autoreferenziale, più che ad un vero piano utile alla risoluzione dei problemi economici in cui è coinvolta anche la nostra regione”. Intanto però, a parere di Filippi, “le nuove disponibilità finanziarie regionali non sono state sfruttate a dovere, gli sprechi non sono diminuiti e i servizi per imprese e cittadini sono rimasti insufficienti, mentre non si è provveduto ad arginare fiumi di spesa pubblica improduttiva e clientelare”.
Nel ricordare che “gli introiti regionali derivanti dall’aumento delle tasse Irpef e Irap nel 2008 sono quantificabili in una cifra superiore ai 500 milioni di euro”, una somma “notevolmente superiore alle previsioni di bilancio, pari a circa 200 milioni”, l’esponente fi-pdl chiede pertanto alla Giunta regionale a quanto corrispondano le superiori entrate del 2009 relative ai citati aumenti e vuole poi sapere “se e come siano state impiegate le risorse provenienti dall’aumento delle imposte e se non sia il caso di diminuire le politiche regionali delle tasse”.
Altra domanda all’esecutivo regionale: “se le risorse regionali e statali relative al fondo sociale allocate nell’esercizio 2007, 2008 e 2009, siano state totalmente investite, anno per anno, o se in parte siano servite per rimpinguare i bilanci successivi dello stesso capitolo”.
Da ultimo il consigliere chiede di conoscere i costi della pubblicazione e della diffusione dell’opuscolo citato e a chi sia stato inviato.