“Si chiude, dopo 13 anni, il travagliato iter di riconoscimento della Igp per l’aceto balsamico di Modena, un principe delle nostre tavole, amatissimo anche all’estero. In pochi mesi, dopo anni di tentativi falliti, siamo stati capaci di arricchire il nostro Atlante di prodotti di origine riconosciuta, consegnando a questo simbolo dell’identita’ del territorio di Modena e Reggio Emilia il posto che gli spetta nell’empireo della qualita’.
Da oggi abbiamo uno strumento in piu’ per difendere l’aceto balsamico di Modena dai numerosi tentativi di frode e contraffazione”. Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato cosi’ la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea del Regolamento (Ce) n. 583/2009 della Commissione, del 3 luglio 2009, relativo all’iscrizione dell’aceto balsamico di Modena nel registro delle denominazioni d’origine protette e delle indicazioni geografiche protette.
L’iter e’ stato tra i piu’ travagliati nella storia delle indicazioni geografiche europee. La prima richiesta di registrazione risale infatti al 1996, e soltanto oggi – dopo 13 anni – si e’ giunti al termine della procedura. “Si riconosce cosi’ – ha concluso il ministro Zaia – non soltanto la qualita’ inimitabile dell’aceto balsamico di Modena, ma anche il lavoro appassionato delle 62 imprese produttrici che tanto fortemente hanno creduto nella valorizzazione e nella tutela di questo prodotto. Ai consorzi va il merito di aver creduto tenacemente in questa battaglia”. La produzione dell’aceto balsamico di Modena, nel 2008, si e’ attestata intorno ai 100 milioni di litri, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente.
Si stima che il valore di mercato dell’abm sia di circa 290 milioni di euro. L’aceto balsamico di Modena e’ anche fra i prodotti piu’ facilmente esportabili nell’ambito dell’agroalimentare italiano. Sul volume totale prodotto, la percentuale esportata supera l’ 80% e raggiunge ben 80 Paesi.