Per lo Spi-Cgil ricadono in gran parte sulle famiglie i costi per l’assistenza domiciliare delle persone non autosufficienti. Martedì 30 giugno a Bologna, un convegno sul welfare con l’assessore regionale Giovanni Bissoni e la segretaria nazionale dello Spi Carla Cantone. Il segretario regionale Maurizio Fabbri: “Investire di più può essere un’occasione di sviluppo”.
“L’Emilia-Romagna è una Regione all’avanguardia, ma per la non autosufficienza si deve e si può fare ancora di più. E’ una questione di giustizia sociale, ma è anche un’opportunità di sviluppo”. Così Maurizio Fabbri, segretario generale dello Spi-Cgil, commenta i risultati di una ricerca sui costi dell’assistenza domiciliare realizzata dal Comune di Modena insieme al sindacato dei pensionati.
La ricerca, condotta da Carlo Casari, responsabile del settore Politiche sociali del Comune di Modena, prende a riferimento il distretto di Modena, che per qualità dei servizi assistenziali e competenze professionali rappresenta una delle eccellenze dell’Emilia-Romagna. Del distretto modenese vengono analizzati i costi dell’assistenza domiciliare, considerata un punto cardine e un obiettivo sia del Piano sociale e sanitario regionale, sia del Fondo regionale per la non autosufficienza.
“La ricerca – dice Rita Turati, segretaria regionale dello Spi-Cgil – ci offre una prima analisi qualitativa sull’assistenza domiciliare, dalla quale emergono indicatori interessanti sia dal punto di vista dei costi sia sulla complessità dei servizi che vengono erogati”.
Tra assegni di cura, servizi a domicilio pubblici e privati, centri diurni e assistenza residenziale temporanea nelle case protette, a Modena l’assistenza domiciliare per ogni non autosufficiente costa mensilmente da un minimo di 500 euro a un massimo di 3.000 euro, nel caso di persone con disabilità gravi che vivono da sole, senza il sostegno della famiglia.
“Forzando l’interpretazione dell’indagine e attribuendole valore quantitativo, si può considerare che l’assistenza domiciliare abbia un costo medio mensile a persona di 1.750 euro, che diventano 21 mila euro all’anno – commenta Maurizio Fabbri -. Estendere il modello assistenziale modenese ai 109 mila anziani non autosufficienti che vivono in Emilia-Romagna richiederebbe oltre due miliardi di euro. Queste risorse ora non ci sono, anche perché mancano del tutto gli stanziamenti del governo per il Fondo nazionale sulla non autosufficienza”.
Per il 2009 e il 2010 l’Emilia-Romagna ha stanziato per il Fondo regionale per la non autosufficienza circa 400 milioni di euro, a cui, secondo le stime dello Spi-Cgil, si possono aggiungere altri 200 milioni di euro da parte degli enti locali.
“Lo scarto fra bisogni assistenziali e risorse disponibili – aggiunge il segretario generale dello Spi-Cgil dell’Emilia-Romagna – ricade interamente sull’anziano non autosufficiente o sulla sua famiglia, a cui certo non può bastare il sostegno economico dell’assegno di cura stanziato dal Fondo regionale sulla non autosufficienza”.
Per i pensionati della Cgil, che riconoscono comunque gli sforzi finora affrontati dalla Regione (“è un’eccezione nel panorama nazionale – dicono -, sulla non autosufficienza fa più di quanto faccia il governo”), aumentare gli investimenti a favore dell’assistenza domiciliare e rendere omogenei i servizi da Piacenza a Rimini, è quindi una questione di coesione e di giustizia sociale. Ma non solo. “Le risorse impegnate per i servizi assistenziali non sono solo un costo, sono anche una ricchezza della società – conclude Maurizio Fabbri -. Vogliono dire più lavoro, più denaro che circola. Anche per questo il messaggio che lanciamo alla Regione è di fare fronte comune contro la politica dei tagli alla spesa sociale e di investire ancora di più nell’assistenza: può rappresentare un modello di sviluppo alternativo a quello del governo”.
La ricerca sull’assistenza domiciliare sarà presentata a Bologna, martedì 30 giugno dalle ore 9.30, all’interno del convegno “Non autosufficienza e welfare regionale: un sistema alla prova”, che sarà ospitato presso la sala Cinzio Zambelli dell’Unipol (via Stalingrado 45).
Al centro del convegno saranno le proposte dei pensionati della Cgil dell’Emilia-Romagna per sviluppare i servizi assistenziali tenendo conto di costi e di bisogni. Maurizio Fabbri, Rita Turati della segreteria regionale dello Spi-Cgil, Paolo Lanna della segreteria regionale della Cgil e l’autore della ricerca Carlo Cesari si confronteranno con l’assessore regionale alle politiche per la salute Giovanni Bissoni, l’economista dell’Università di Genova Luca Beltrametti, il sociologo dell’Università di Macerata Emmanuele Pavolini e il coordinatore dell’area Welfare della Cgil Sandro Del Fattore. Le conclusioni saranno affidate a Carla Cantone, segretaria generale nazionale dello Spi-Cgil.