Riemergono, a circa 7 metri di profondità, resti di strutture di età romana riferibili al suburbio di Mutina e a profondità minore, tra i 2 e i 3 metri, una necropoli tardoantica.
L’importante ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi lungo Viale Ciro Menotti, durante gli scavi per la realizzazione di interrati in un edificio di edilizia privata.
L’area ubicata a poca distanza dalle fortificazione di Mutina e ritenuta ad alta potenzialità archeologica è stata controllata fin dall’inizio dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e i lavori di scavo, sotto la direzione scientifica del Soprintendente Luigi Malnati e dell’archeologo Donato Labate, sono stati coordinati sul campo da Francesca Guandalini della ditta Ares di Ravenna.
Nel prossimi giorni si completerà lo scavo di circa una dozzina di tombe, del tipo a cassa laterizia e a cappuccina (IV-VI secolo d.C.), rinvenute al di sopra di un consistente deposito alluvionale che ha seppellito in età tardoantica la città di Modena (Mutina) e il suo suburbio.
Sono state al momento scavate soltanto 6 tombe: tre con inumato, prive di corredo funerario, e le restanti tre vuote, probabilmente perché fatte realizzare da un committente, per sé e per i propri congiunti, quando era ancora in vita ma rimaste inutilizzate forse in seguito ad un’altra alluvione che ha coperto la necropoli.
Gli scavi appena iniziati hanno restituito, dai depositi più profondi, resti di murature riferibili verosimilmente a strutture residenziali o produttive nonché diversi frammenti di ceramica da cucina e da mensa, stucchi, intonaci, anfore e alcune monete degli imperatori Claudio, Domiziano e Diocleziano (I-III secolo d.C.).