«Ricordare i docenti e gli studenti perseguitati a causa delle leggi razziali è un dovere morale e civile per tutti noi, che anche oggi siamo chiamati ad essere testimoni di libertà, verità e giustizia, per preservare i valori della democrazia e della pace, pilastri di una comunità che non debbono mai venir meno».
Con queste parole, il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia, ha partecipato alla cerimonia di deposizione della corona all’Università di Modena, nel giorno della Memoria, in ricordo di docenti e studenti che, anche a Modena, subirono gli effetti delle leggi razziali del regime fascista.
Successivamente il presidente Braglia ha partecipato alla cerimonia di consegna delle Medaglie d’oro ai famigliari dei deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto, conferite dal Presidente della Repubblica. La cerimonia si è svolta nella chiesa della Fondazione San Carlo, promossa dalla Prefettura di Modena, alla presenza delle autorità civili e militari.
«Il 27 gennaio non è solo una data sul calendario, ma un momento profondo di riflessione e di impegno collettivo. Oggi, nella Giornata della Memoria, ricordiamo le vittime dell’Olocausto e di tutte le atrocità compiute durante la Seconda Guerra Mondiale. Un ricordo che deve essere costante, che deve attraversare le generazioni, perché solo attraverso la memoria possiamo costruire un futuro di giustizia, pace e rispetto reciproco. In questo giorno, ci uniamo non solo nel ricordo delle vittime, ma anche nel rinnovare il nostro impegno a combattere ogni forma di odio, di intolleranza e di discriminazione. La memoria storica è il fondamento per costruire una società più aperta, più solidale e più rispettosa dei diritti umani. Sono fiero di vedere come la nostra comunità e le istituzioni si mobilitano ogni anno per onorare questo ricordo, attraverso eventi, iniziative e momenti di riflessione. Insieme, possiamo educare le nuove generazioni affinché non solo comprendano la tragedia del passato, ma agiscano ogni giorno con coscienza e responsabilità, per garantire che queste barbarie non abbiano mai più spazio nel nostro futuro».
La lapide in memoria dei docenti e degli studenti perseguitati a causa delle leggi razziali, in via Università a Modena si riferisce agli eventi che seguirono l’introduzione delle leggi razziali fasciste nel 1938.
In particolare, queste leggi discriminavano e perseguitavano gli ebrei italiani, privandoli di diritti civili e sociali ed escludendoli da molte professioni, tra cui l’insegnamento.
A Modena, come in altre città italiane, numerosi docenti universitari e studenti ebrei furono espulsi dall’Università di Modena e privati della possibilità di proseguire i loro studi o di lavorare, con l’obiettivo di segregare e isolare le persone in base alla loro appartenenza etnica e religiosa.