Moda: CNA e Lapam Confartigianato sulla Responsabilità Estesa del Produttore: “Chiediamo garanzie per le PMI”«L’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore nel settore tessile può servire, ma necessita di un approccio equilibrato che non penalizzi le piccole e medie imprese». Sono Maria Gloria Trevisani, presidente unione Federmoda CNA Modena e Roberto Guaitoli, presidente Lapam Confartigianato Moda e presidente nazionale Confartigianato Abbigliamento, a ribadire con queste parole l’importanza di non gravare con ulteriori oneri burocratici e costi aggiuntivi le piccole e medie imprese.

Durante un’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera, i rappresentanti delle Confederazioni hanno ribadito che, per rendere l’EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) uno strumento efficace, sono essenziali incentivi mirati alla sostenibilità, la riduzione degli oneri burocratici e il coinvolgimento attivo di tutti gli attori della filiera, compresi i private label, nonché delle Organizzazioni imprenditoriali.

«La nostra preoccupazione – continuano i due presidenti – riguarda i potenziali costi e le complicazioni burocratiche che potrebbero gravare sulle PMI, che rappresentano il cuore del tessuto produttivo del settore tessile. Chiediamo misure che assicurino una distribuzione equa delle responsabilità e dei costi lungo tutta la filiera, dal produttore delle materie prime al distributore finale. Uno dei punti critici riguarda l’esclusione dei private label da alcune bozze di decreto ministeriale, che potrebbe ridurre significativamente le risorse disponibili per la gestione del fine vita dei prodotti tessili, creando disparità tra produttori e distributori e compromettendo il principio di responsabilità condivisa. La nostra proposta è che i distributori con private label siano trattati come produttori e inclusi nel sistema, per garantire così equità e trasparenza. Per favorire il riuso e il riciclo è necessario rafforzare il ruolo dei consorzi nella gestione dei rifiuti tessili, con particolare attenzione agli scarti pre-consumo. È fondamentale sostenere le PMI nella transizione verso modelli produttivi più sostenibili, tramite incentivi per l’adozione di pratiche di eco-progettazione e il riciclo delle fibre tessili. Abbiamo bisogno di un sistema di raccolta e gestione dei rifiuti tessili armonizzato con le direttive europee, oltre a una strategia più incisiva per contrastare il fast-fashion, sensibilizzando i consumatori verso scelte più sostenibili e responsabili. Come associazioni siamo pronte a supportare le piccole imprese nel percorso di transizione ecologica, collaborando con le istituzioni per garantire che l’EPR sia implementato in modo equo, efficace e sostenibile. Vogliamo promuovere un settore tessile sostenibile, ma la transizione ecologica deve essere una responsabilità condivisa, che tenga conto delle peculiarità delle PMI, cuore pulsante dell’artigianato italiano».