Bonafede, Campiglio e De Cao

Tre nuovi progetti ERC all’Università di Bologna, per un totale di quasi 6 milioni di euro. I risultati dell’ultimo bando ERC Consolidator Grant premiano la ricerca di eccellenza dell’Alma Mater, che risulta l’ateneo italiano con il numero maggiore di progetti finanziati.

Assegnati dallo European Research Council (ERC), organismo dell’Unione Europea che premia studiosi di talento impegnati in attività di ricerca di frontiera, gli ERC Consolidator Grant sono finanziamenti pensati per supportare studiosi con un curriculum scientifico molto promettente che puntano a consolidare la loro attività di ricerca in Europa.

I tre prestigiosi finanziamenti sono stati vinti da Annalisa Bonafede, professoressa al Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”, per il progetto BELOVED, a Emanuele Campiglio, professore al Dipartimento di Scienze Economiche, per il progetto BELIEFS, e a Elisabetta De Cao, professoressa al Dipartimento di Scienze Economiche, per il progetto HARSH.

 

ALLA SCOPERTA DEI CAMPI MAGNETICI

Il progetto BELOVED – B-field EvoLution and Origin in Vast Extragalactic Domains, finanziato con un Consolidator Grant ERC da 1,9 milioni di euro cercherà di svelare i meccanismi alla base del processo di amplificazione dei campi magnetici all’interno degli ammassi di galassie.

“Dalle scale galattiche fino a quelle extragalattiche, le domande sull’origine e sull’amplificazione dei campi magnetici restano ancora oggi senza risposta, a causa della scarsità dei dati disponibili e dei limiti delle tecniche che abbiamo a disposizione”, spiega Annalisa Bonafede, professoressa al Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” e Pincipal Investigator del progetto. “Nei prossimi anni, però, entreranno in funzione nuovi potenti strumenti che ci offriranno possibilità finora impensate per approfondire questi problemi ancora irrisolti: BELOVED sfrutterà queste nuove risorse per cercare risposta a domande fondamentali che coinvolgeranno anche la fisica delle astroparticelle e dei plasmi, e la cosmologia”.

 

ASPETTATIVE E INVESTIMENTI PER LA DECARBONIZZAZIONE

Il progetto BELIEFS – Climate-related Beliefs and Low-Carbon Transition Dynamics, guidato da Emanuele Campiglio, professore associato al Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna, farà luce sull’interazione complessa tra le posizioni delle imprese, le scelte di investimento e le strategie di politica climatica, al fine di identificare percorsi credibili per lo sviluppo di una società a zero emissioni. Il progetto è finanziato con un Consolidator Grant ERC da 2 milioni di euro ed è realizzato in collaborazione con la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).

“Oggi esistono ampie lacune sulle aspettative legate alla transizione ecologica: i modelli attuali non sono in grado di valutare appieno il loro impatto, le evidenze empiriche sulla loro distribuzione sono scarse e c’è una comprensione limitata sia dei fattori che ne determinano l’evoluzione che su come allinearle in modo efficace con gli obiettivi climatici”, spiega Campiglio. “Per questo, il progetto BELIEFS darà vita a un modello dinamico dei processi di transizione, con una rappresentazione realistica delle aspettative delle imprese, che sono eterogenee, interdipendenti e in costante evoluzione”.

 

LE RADICI DEI METODI DISCIPLINARI VIOLENTI

Grazie a un Consolidator Grant ERC da 2 milioni di euro, il progetto HARSH – Uncovering the roots of harsh parenting studierà per la prima volta le cause contestuali che originano e perpetuano le pratiche di disciplina violenta attuate dai genitori sui figli, andando oltre le determinanti familiari finora esaminate e approfondendo anche la violenza emotiva su cui si conosce ancora poco.

“Ogni genitore è influenzato dal contesto sociale in cui vive. Per questo vogliamo individuare le radici più ampie – culturali, economiche e istituzionali – che spiegano il supporto e l’uso di metodi disciplinari violenti,” spiega Elisabetta De Cao, professoressa associata al Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna e Principal Investigator del progetto. “Finora, teorie ed evidenze empiriche sono state sviluppate separatamente in discipline come psicologia, medicina, sociologia e antropologia: con HARSH, vogliamo integrare queste conoscenze attraverso una prospettiva interdisciplinare”.