Si è svolto alcune settimane fa presso la Sala Ibrida dell’Ospedale Civile di Baggiovara, il primo trattamento endovascolare dell’aorta ascendente nella provincia di Modena, fra i primissimi in Italia. L’intervento della durata di 45 minuti è stato portato a termine con successo, attraverso una piccola incisione dell’arteria femorale all’inguine. Alla conclusione della procedura, il paziente – un uomo di 78 anni – è rientrato in reparto, venendo poi dimesso dopo pochi giorni in assenza di complicanze.

Solo pochi casi del genere sono stati portati a termine nel mondo – spiega il prof. Roberto Silingardi, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare di Baggiovara – Questo innovativo trattamento mini-invasivo permette di intervenire su un distretto estremamente delicato, l’aorta ascendente, localizzata in prossimità del cuore, senza dover ricorrere ad un intervento cardiochirurgico tradizionale con apertura dello sterno”.

La procedura – spiega il prof. Stefano Gennai – è stata condotta in un paziente fragile, di 78 anni, che aveva sviluppato una complicanza evolutiva dilatativa in seguito a intervento di sostituzione chirurgica dell’aorta ascendente. Giudicato non ricandidabile a chirurgia aperta dai colleghi Cardiochirurghi, ha potuto però giovare di un innovativo trattamento endovascolare con endoprotesi prodotta su misura in Florida e impiantata dal nostro Aortic Team nella sala ibrida dell’ospedale di Baggiovara ”.

L’intervento ha visto collaborare l’équipe della Chirurgia Vascolare diretta dal prof. Roberto Silingardi, composta dal prof. Stefano Gennai e dai dottori Giuseppe Saitta, Nicola Leone e Francesco Andreoli, il dott. Paolo Magnavacchi della Cardiologia Interventistica diretta dal dott. Stefano Tondi e la dott.ssa Maria Antonietta Fanigliulo del servizio di Anestesia e Rianimazione diretta dalla dott.ssa Lesley De Pietri. Con loro il personale infermieristico del blocco operatorio. 

La coordinazione tra le varie figure professionali presenti in sala operatoria è stata fondamentale – ci spiega il dott. Giuseppe Saitta – per garantire la massima precisione possibile nel posizionare la protesi, infatti, è stato necessario accelerare bloccare alcuni secondi   il battito cardiaco ad opera dei Colleghi cardiologi ed anestesisti. Così facendo si è potuto preservare sia le arterie che portano sangue al cuore, le coronarie sia che quelle deputate alla perfusione di cervello, le carotidi”. 

La Chirurgia Vascolare dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena si è dimostrata all’avanguardia in questa  nuova  ultima  frontiera  del trattamento endovascolare dell’aorta  e sarà  promotrice  e coordinatrice  di un registro  che  raccoglierà questi trattamenti estremi eseguiti  in Italia.

Nella foto ci sono: da sinistra: Prof. Roberto Silingardi, Dott. Luigi A.M. Bartolotti, Dott. Giuseppe M. Saitta, Prof. Stefano Gennai, Dott.ssa Maria A. Fanigliulo, Dott. Paolo Magnavacchi, Dott. Nicola Leone, Dott. Francesco Andreoli.