Tenuto conto dell’ingente quantità di acqua piovuta (mediamente sono caduti circa 100 mml di pioggia in poche ore) il personale consortile dell’Emilia Centrale è al lavoro per la gestione dell’emergenza maltempo che ha colpito Reggiano, Modenese e Mantovano. Una situazione piuttosto seria a causa della concomitanza di una piena interna al comprensorio di bonifica e di una esterna avvenuta sui corsi d’acqua principali (Po e Secchia in primo luogo).
Il quadro, seppur con forte difficoltà, non presentava forti criticità sino a domenica quando, poco dopo le 7 del mattino, si sono verificate ben 5 rotture arginali lungo altrettanti corsi d’acqua esterni in gestione ad AIPo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po: sul Canalazzo Tassone (due rotture), sul Cavo Cava (due rotture) e sul torrente Crostolo (una rottura); avvenimenti, questi, che hanno reso estremamente grave la situazione nel complesso.
“La perturbazione ha avuto il suo culmine nella serata di sabato, dopo le ore 20 – ha evidenziato il presidente dell’Emilia Centrale Lorenzo Catellani – con l’intensificarsi delle precipitazioni. Ciò è avvenuto dopo un’intera giornata di pioggia che, seppur non intensa, è stata costante. La Bonifica sta lavorando al massimo e siamo in contatto con Prefetture, Protezione Civile e tutti i Comuni interessati da questa emergenza”.
Nell’area reggiana coinvolti Castelnovo Sotto, Gualtieri, Cadelbosco di Sopra e Novellara. Limitati allagamenti si sono registrati anche nella zona sud di Reggio Emilia. Il Consorzio ha prontamente attivato tutti i suoi impianti di sollevamento acque – Torrione (Gualtieri), Rodanello e Bresciana (Reggio Emilia), San Siro (San Benedetto Po, MN), Mondine (Moglia, MN) – e ha inoltre aperto le casse di espansione sul Cavo Parmigiana Moglia a Novellara, sul Cavo Tresinaro a Rio Saliceto e sul Cavo Naviglio a Correggio.
“Si segnalano zone piuttosto estese completamente allagate da evacuare, con famiglie e aziende agricole coinvolte – ha dichiarato il direttore generale dell’Emilia Centrale, Domenico Turazza –. Preoccupano in particolare le cinque rotture d’argine che continuano a scaricare ingenti quantitativi d’acqua nella nostra rete la quale, essendo già molto piena, non può smaltire, se non in tempi lunghi, simili quantità”.