Stamattina sei giovani, provenienti da varie città argentine e discendenti da famiglie di origine a italiana, sono stati ospiti del Comune di Guastalla, nell’ambito del progetto “Emilia mia! Tornare alla terra del cuore”, messo a punto da Filef Reggio Emilia per collegarsi al filone del turismo delle radici.
I sei giovani, ragazzi e ragazze dai 22 ai 36 anni, accompagnati da Analia Barrera, componente della Consulta regionale degli emiliano-romagnoli nel mondo, e da Laura Salsi delLa Filef di Reggio Emilia, sono stati ricevuti in Sala del Consiglio dal sindaco Paolo Dallasta e dal presidente dell’Unione Bassa Reggiana Roberto Angeli, sindaco di Reggiolo. Dopo i saluti e l’amichevole accoglienza, la delegazione ha iniziato una visita, guidata dall’assessore alla cultura Fiorello Tagliavini, nei luoghi simbolo di Guastalla: piazza Mazzini con la statua di Ferrante Gonzaga, il Palazzo Ducale, illustrato anche dall’arch. Gloria Negri, ex assessore alla cultura e curatrice dell’allestimento espositivo interno, la Concattedrale dei Santi Pietro e Paolo, la Biblioteca Maldotti, il Teatro Ruggero Ruggeri, insieme a piazze, vie e altri monumenti importanti.
Dal centro storico, poi, si sono diretti a Lido Po, per conoscere il Fiume e la golena e fermarsi a pranzo presso lo Chalet.
Ma chi sono i giovani argentini che compongono la piccola delegazione in visita a Guastalla?
Emanuel Forni vive a Oberà, ha parenti a San Giovanni in Persiceto (Bo) e fa il topografo. È qui con il fratello Alejandro Forni, architetto e docente universitario nonché presidente di un’associazione argentina legata alla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. Cristian Bottazzi, di Santa Fe, è ingegnere informatico e ha legami di parentela a Fidenza (Pr). Camila Bianconi, abita a Resistencia, è laureata in amministrazione d’impresa e discende da abitanti di Castelnovo di Sotto (Re) mentre Candelaria Churin, professoressa in antropologia sociale di Pergamino, ha paretele a Rocca Bianca (Pr). Infine, Giuliano Dallari Larrosa, di Córdoba, è studente universitario di ingegneria informatica e ha parenti a Modena.
Tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900, dall’Emilia-Romagna e soprattutto dalla Bassa reggiana partirono numerosi emigranti alla volta dell’Argentina, ove esistono tuttora associazioni che mantengono la memoria di quella emigrazione e i rapporti con l’Italia. Insieme alle associazioni italo-argentine e con il sostegno della Consulta regionale degli emiliano-romagnoli nel mondo, Filef Reggio Emilia ha organizzato un percorso di conoscenza della realtà reggiana. Il soggiorno dei giovani ospiti – che è stato preceduto da una fase preparatoria in Argentina, con lezioni di storia, geografia, lingua italiana – prevede visite, incontri, approfondimenti sui luoghi del territorio, sulle eccellenze culturali e naturalistiche, sulle tipicità gastronomiche, dal gnocco fritto ai tortelli, dal parmigiano-reggiano, all’aceto balsamico, alla cipolla borettana.
Al termine della “full immersion” in terra reggiana, prima di ripartire per l’Argentina, i giovani dovranno elaborare un dépliant turistico del territorio visitato, da presentare al gruppo Turismo delle Radici, alla Provincia e ai Comuni coinvolti. Dopo il rientro dal viaggio in Italia, ognuno dovrà elaborare un progetto di diffusione delle conoscenze apprese e delle attività realizzate.