Dopo oltre quattro decenni di chiusura, oggi è stata restituita ai formiginesi un’area a cui la collettività era storicamente molto legata, la Torre dell’acquedotto. Non più una infrastruttura idraulica indispensabile alla distribuzione dell’acqua, ma un luogo aperto con una nuova vocazione di spazio pubblico, di parco con memoria architettonica. L’acquedotto e il suo parco, la sua fontana, sono stati riaperti esattamente 90 anni dopo l’avvio dei lavori del 1934.
Principale manufatto dell’area, la torre piezometrica a pianta quadrangolare composta da sei livelli fuori terra, alta 36 metri, divisa in cinque livelli da una scenografica scala elicoidale, visibile dall’esterno. Nell’area è presente una grande fontana animata da giochi d’acqua, anch’essa oggetto di restauro accurato.
L’intervento è stato finanziato con un milione di euro di provenienza PNRR. Alla fine della guerra, dopo i bombardamenti del 1945, i pochi vani della torre dell’acquedotto furono destinati ad abitazione provvisoria per i custodi, che vi abitarono fino al 1968. Il progetto di recupero ha migliorato le condizioni statiche dei corpi di fabbrica, restaurato i manufatti anche attraverso parziali ricomposizioni di elementi andati perduti, dato nuova vita al cortile e al patrimonio arboreo presente.
Di grande rilevanza è stato anche l’intervento illuminotecnico, che assolverà un ruolo funzionale legato alla fruizione quotidiana ma anche più “scenografico”, per enfatizzare atmosfere e giochi d’acqua. L’intervento è stato finanziato con un milione di euro di provenienza PNRR. “Siamo vicini al castello, al cuore del paese – ha affermato il sindaco Elisa Parenti prima del taglio del nastro – e questa apertura rappresenta il primo recupero di un’area importante per la città.
La torre dell’acquedotto è stata anche per tante generazioni il luogo in cui vedere Formigine e i dintorni dall’alto, spaziando lo sguardo fino alla Ghirlandina e pure anche più lontano. Una piccola metafora della necessità di alzarsi sopra la quotidianità, guardare più lontano per vedere cose grandi e importanti. Da oggi potranno farlo di nuovo anche le generazioni di giovani formiginesi che non l’hanno ancora potuto fare, come i loro nonni”. Il cantiere è stato seguito dalla supervisione della competente sovrintendenza ai beni architettonici, con la progettazione di Elena Pancaldi, e gli interventi dello strutturista Giorgio Serafini, dell’impiantista Massimo Castellano, della coordinatrice della sicurezza Elisa Abati e sotto la direzione lavori per il Comune di Formigine di Sabrina Bocedi.
L’azienda che ha realizzato l’intervento è stata Teknoedil di Bastiglia attraverso il consorzio CME. A margine dell’inaugurazione, i laboratori per bambini curati da “La Locomotiva” che hanno ricordato ai bambini presenti l’importanza di una risorsa strategica e scarsa come l’acqua, e un convegno di approfondimento sul restauro alle 18.00 al castello. Un ringraziamento particolare è stato espresso all’associazione Rock No War! che ha ispirato questo recupero e che da sempre si occupa di acqua e cooperazione internazionale.