Il Team Unimore Racing, coordinato dal Prof. Marko Bertogna del Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche, ha preso parte alla settima edizione dell’Indy Autonomous Challenge (IAC), la competizione tra auto completamente a guida autonoma realizzate da atenei di tutto il mondo, che si è tenuta la scorsa settimana nello storico ovale dell’Indianapolis Motor Speedway. La squadra dell’Università di Modena e Reggio Emilia è riuscita a conquistare un significativo secondo posto su nove squadre partecipanti, in rappresentanza di 13 università di tre continenti.
Il montepremi era di un milione di dollari, conteso dalle dieci squadre ammesse a gareggiare, tra cui Berkeley, CalTech, Purdue, TUM Monaco, KAIST Korea, Indiana, Auburn, Virginia e il team Unimore Racing, con il secondo gradino del podio, è stato premiato con 150mila euro.
In un finale di gara molto combattuto, PoliMOVE-MSU (Politecnico di Milano) e Unimore Racing (Università di Modena e Reggio Emilia) hanno gareggiato testa a testa per 30 giri, effettuando un totale di 19 sorpassi a velocità sempre più elevate. Nel finale PoliMOVE-MSU ha conquistato la vittoria con un ultimo sorpasso a 180 mph.
Durante la gara, i due concorrenti hanno dato prova di un’impresa rivoluzionaria in termini di controllo, stabilità e sicurezza del veicolo, eseguendo un arresto controllato a 145 miglia orarie. Entrando nella prima curva, l’auto da corsa Unimore ha perso la connettività GPS ed è stata in grado di eseguire un arresto sicuro attraverso la curva passando alla localizzazione basata su LiDAR. Queste manovre sottolineano le incredibili capacità di sicurezza dei moderni sistemi autonomi.
“Siamo riusciti ad arrivare fino alla finalissima testa e testa contro il Politecnico di Milano, in una finale tutta italiana che si è combattuta fino all’ultimo sorpasso a oltre 280 km/h. Oltre all’enorme soddisfazione ci portiamo a casa anche un bel premio” – commenta il prof. Bertogna.
Il team Unimore Racing è composto da una ventina di dottorandi/e, assegnisti/e, studenti e studentesse di Unimore e dipendenti della spinoff Hipert.
Tra i risultati degni di nota, oltre al podio finale, vanno certamente sottolineati gli oltre 3.000 km percorsi in modalità autonoma senza incidenti, testacoda o perdita di controllo o i mille giri completati tra l’Indianapolis Motor Speedway e il Kentucky Speedway.
“Tutto questo è merito di un rilevamento e tracciamento preciso degli avversari grazie a sensori, telecamere e radar tutti integrati in un’unica unità di calcolo, ma anche del rilevamento e della rapida risposta ai problemi hardware, tra cui guasti allo sterzo, perdite del GPS, perdite di carburante e sottotensione della batteria – continua il Prof. Bertogna, che conclude così: Ci auguriamo che questo ispiri maggiore fiducia nell’incredibile ecosistema tecnologico e accademico italiano. Con le giuste risorse, questi semi possono generare qualcosa di veramente rivoluzionario”.