La festa più attesa dell’estate, le cui origini derivano dalla storia dell’Antica Roma (in onore di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano) è in arrivo. E se molti reggiani saranno fuori città, per coloro che decideranno di restare in centro e di sfidare l’afa, saranno aperti giovedì 15 agosto al pubblico dalle 10 alle 13 sia Palazzo dei Musei che il Museo del Tricolore con la possibilità di dedicare il giorno di festa alla scoperta delle collezioni permanenti e alle mostre temporanee. L’ingresso è gratuito.

Palazzo dei Musei contiene raccolte e collezioni riferibili a diversi ambiti: all’Archeologia (Mosaici romani, Museo Chierici di Paletnologia, Portico dei Marmi-sezione romana, Museo di Regium Lepidi), Etnografia, Storia dell’Arte (Galleria dei Marmi-sezione medievale, Mosaici medievali), Storia Naturale (Museo Spallanzani, Raccolte zoologiche, anatomiche, botaniche, geo-mineralogiche e paleontologiche), Storia della città.

Nel 2021 inaugura il nuovo allestimento del secondo piano su progetto dell’architetto Italo Rota. Nelle quattro gallerie disposte a quadrilatero l’allestimento propone una narrazione dalla Preistoria del territorio Reggiano, fino alla presenza etrusca e alla conquista romana, all’alto-medioevo, per proseguire verso i secoli degli Estensi fino al Primo Tricolore. Il percorso termina con le sale dedicate all’Ottocento e alla contemporaneità, rappresentata dal vasto patrimonio fotografico di Fotografia Europea e di Luigi Ghirri.

Oltre alle collezioni è possibile visitare la mostra Luigi Ghirri. Zone di passaggio. Discrete semioscurità nelle opere di Mario Airò, Gregory Crewdson, Paola De Pietri, Paola Di Bello, Stefano Graziani, Franco Guerzoni, Armin Linke, Amedeo Martegani, Awoiska van der Molen, a cura di Ilaria Campioli, che prosegue la riflessione sull’opera di Luigi Ghirri attraverso un ampio percorso dedicato al tema del buio che si propone di raccontare l’importante ruolo che questo riveste nell’immaginario collettivo e come fonte di ispirazione in fotografia e non solo. (La mostra è aperta fino a febbraio 2025)

Palazzo dei Musei declina il tema del buio e della notte anche con Passaggi notturni (fino al 29 settembre 2024), a cura di Silvia Chicchi che, attraverso l’occhio delle fototrappole, indaga l’attività notturna degli animali nei boschi. Realizzata in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, la mostra costruisce un dialogo con le ricche collezioni naturalistiche del Museo valorizzandole attraverso una lettura inedita e capace di sfruttare le moderne tecnologie.

 

Il Museo del Tricolore è interamente dedicato alle vicende che hanno portato alla creazione dell’odierna bandiera italiana. Il 7 gennaio 1797 alcuni rappresentanti politici si riunirono proprio qui, nel centro storico di Reggio Emilia, per scegliere una bandiera per la neonata Repubblica cispadana, un’entità politica che riuniva grandi territori dell’Italia settentrionale sotto il controllo napoleonico.

La collezione venne avviata da Gaetano Chierici e poi fortemente arricchita da Naborre Campanini. A lanciare l’idea del Museo fu lo storico Ugo Bellocchi a cui si deve nel 1966 la ricostruzione su basi documentarie del modello del primo Tricolore
Le celebrazioni del Bicentenario del 1997 crearono i presupposti per un rilancio e un nuovo allestimento, inaugurato il 7 gennaio 2004 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Il percorso museale, curato da Maurizio Festanti, consta all’inizio di una sola sezione dedicata al periodo 1796 – 1814, gli anni cruciali delle vicende politiche che hanno determinato la nascita a Reggio Emilia della bandiera italiana. Una seconda sezione, inaugurata nel 2006, continua il racconto della storia della bandiera, dai moti del 1820 – 1821 alla definitiva conquista dell’indipendenza e dell’unità che nel vessillo tricolore riconoscono il simbolo della nuova nazione.

In mostra anche l’importante nucleo di opere del progetto “Novanta artisti per una bandiera”.