Avrebbe indotto una minorenne a subire e compiere plurimi atti sessuali. Il presunto responsabile delle gravi accuse, avrebbe approfittato del legame di parentela che la minore aveva con la sua compagna, circostanza per cui lo stesso si recava frequentemente presso l’abitazione della minore. L’uomo, forte della fiducia che la minore riponeva in lui, dopo la scuola e quando si trovava sola, la induceva a subire e compiere atti sessuali con frequenza settimanale. È stata la madre della vittima ad avere sospetti, dopo aver notato un cambiamento nei comportamenti della figlia. Per questo ha installato delle telecamere all’interno dell’abitazione per capire cosa avvenisse in sua assenza. Ha avuto così modo di accertare che l’uomo abusava sessualmente della minorenne.

Da qui l’immediata denuncia della madre, con i carabinieri del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Castelnovo né Monti che, a seguito delle relative indagini, hanno denunciato l’uomo, un 39enne residente in altra provincia, alla Procura di Reggio Emilia, per il reato di violenza sessuale aggravata e continuata. La Procura della Repubblica preso il Tribunale di Reggio Emilia, condividendo con le risultanze investigative dei militari della Compagnia di Castelnovo né Monti ha richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione nei confronti dell’indagato 39enne, della misura cautelare degli arresti domiciliari. Il provvedimento di natura cautelare è stato quindi eseguito dai carabinieri.

Dalle risultanze investigative è emerso come l’uomo spesso si occupasse della minore, andando a prenderla a scuola, pranzando insieme a casa della ragazzina e facendole compagnia fino al rientro della madre. Negli ultimi mesi la madre della vittima avendo notato un cambiamento nel comportamento della figlia, decideva di installare delle telecamere nella propria casa, attraverso le quali trovava le dovute conferme. Oltre alle telecamere, anche la figlia sentita dalla mamma faceva parziali ammissioni, sostenendo che i rapporti sessuali erano nati per gioco. Da qui la denuncia della madre con i carabinieri che davano avvio alle indagini, supportate anche dai file video acquisti, unitamente alle conversazioni WhatsApp intercorse fra la vittima e l’odierno indagato. A seguito delle risultanze investigative, la Procura reggiana richiedeva e otteneva dal Tribunale di Reggio Emilia l’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del 39enne, che veniva trasmessa ai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Castelnovo né Monti, che unitamente ai colleghi di Castellarano vi hanno dato esecuzione sottoponendo al provvedimento cautelare l’uomo.

Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.