Modena: operaio muore cadendo dal tetto di un capannone
immagine d’archivio

Infortunio sul lavoro questa mattina intorno alle 10:00 in strada Barchetta, alla Madonnina. Secondo una prima ricostruzione, un operaio 44enne è caduto dal tetto di un capannone in disuso mentre effettuava un sopralluogo. A chiamare i soccorsi sono stati due colleghi. Sul posto sono arrivate ambulanza e automedica inviate dal 118 ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo per i numerosi traumi riportati nella caduta. Sul posto anche Polizia e Medicina del lavoro.


LA RABBIA E LO SDEGNO DEI SINDACATI

La strage dei lavoratori non si ferma e oggi torna a colpire Modena.
Oggi un lavoratore di 44 anni è precipitato dal tetto di un capannone industriale, sul quale questa persona stava svolgendo un accertamento in vista della partenza del cantiere per la ristrutturazione.

La Procura della Repubblica e tutte le autorità di polizia giudiziaria con le loro indagini e gli approfondimenti diranno con precisione cosa è successo, ma un punto, un punto molto chiaro, abbiamo il dovere di precisarlo subito: siamo nel 2024 e la prima causa di morte in edilizia e tra chi opera in contesti edili è ancora la caduta nel vuoto. Non si può morire così, non si può accettare che l’enorme disponibilità di misure e sistemi di sicurezza non siano utilizzate per fare in modo che un lavoratore possa tornare a casa.

Per questo oggi, ancora una volta, non possiamo trattenere il nostro sdegno e la nostra condanna. Gli infortuni sul lavoro non sono mai una tragica fatalità, non c’è niente di casuale quando muore un lavoratore.

I NUMERI DRAMMATICI DI MODENA
Lo scorso anno sono stati 15 gli infortuni mortali in provincia di Modena, di cui la metà nel settore costruzioni. E in questo avvio d’anno siamo giunti già a quattro morti e a 3.770 infortuni in tutta la provincia. Una fotografia tragica che, del resto, è perfettamente in linea con la scia di sangue che porta in questo Paese a quasi tre morti sul lavoro ogni maledetto giorno.

COSA CHIEDONO I SINDACATI EDILI
Però, la rabbia e l’indignazione da sole non bastano. Quello che i sindacati delle costruzioni chiedono è che si parta dell’applicazione completa e corretta dei contratti nazionali di lavoro e delle normative sulla sicurezza che prevedono più formazione e qualificazione del settore costruzioni, utilizzo corretto dei dispositivi di protezione individuale e maggiori controlli. Così come crediamo che sia assolutamente necessario allargare le tutele previste nei cantieri pubblici anche ai grandi appalti privati.
Infine, non è possibile continuare a rinviare la necessità di fornire il massimo supporto di personale e strumenti a chi si occupa di controlli: l’Ispettorato Territoriale del Lavoro e il Servizio Prevenzione e Sicurezza ambienti di Lavoro di Ausl Modena, servizio, quest’ultimo, rallentato anche dai tagli alla Sanità.
Chiediamo, quindi, ai vertici delle Istituzioni: è davvero questo il futuro riservato a chi lavora in questo Paese?

(Rodolfo Ferraro, segretario Fillea Cgil Modena – Cinzia Zaniboni, segretaria Filca Cisl Emilia Centrale – Silvio D’Acunto, responsabile Feneal Uil  BoMoFe)