I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro hanno arrestato un imprenditore italiano sulla trentina, incensurato, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’arresto è stato eseguito durante un’operazione antidroga, finalizzata a stroncare il traffico di sostanze stupefacenti diffuso in città.
Identificato sotto casa dai Carabinieri, mentre si trovava al volante di un’auto, l’imprenditore ha iniziato ad agitarsi, evidentemente perché cosciente che la propria attività illecita era stata scoperta. A quel punto, il soggetto ha ammesso le proprie responsabilità, consegnando ai Carabinieri uno zaino che stava trasportando, contenente alcuni grammi di una sostanza stupefacente del tipo hashish e dichiarando di averne altri in casa, per un totale complessivo di una ventina di grammi.
Secondo l’attività investigativa dei Carabinieri, però, quello che stavano cercando non era un comune spacciatore di strada, ma uno di quelli che in gergo vengono definiti “pesci grossi del narco traffico”. Le ipotesi dei Carabinieri sono state confermate dal ritrovamento di 97.840 euro in contanti, quasi tutti custoditi nell’armadio della stanza da letto in uso all’uomo. L’ingente quantitativo di droga, invece, è stato scoperto più tardi dai Carabinieri che hanno analizzato alcuni dettagli emersi durante l’operazione: il rinvenimento di alcune chiavi in possesso dell’imprenditore e i messaggi che aveva sul telefonino, riconducibili a spedizioni sospette. Tra queste, una in particolare ha attirato l’attenzione dei militari, ovvero quella di un “Fermo deposito” presso la sede di una compagnia di trasporti internazionali.
Le chiavi hanno consentito ai Carabinieri di aprire gli accessi a due garage situati in una traversa di via San Donato e di trovare una cinquantina di kg di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana. Seguendo le indicazioni del “Fermo deposito”, invece, i Carabinieri hanno prelevato un pacco contenente il resto della sostanza stupefacente sequestrata, per un totale di 57,5 kg. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, il presunto responsabile è stato tradotto presso la Casa circondariale – Rocco D’Amato di Bologna.