Domenica 5 maggio, alle 16, dal Palazzo comunale, parte l’itinerario “Sui passi dell’esule”, passeggiata tra storia, letture e musiche per rievocare il Risorgimento attraverso gli occhi di uno dei suoi protagonisti, il modenese Pietro Giannone.
L’iniziativa fa parte del programma “Di poesia e libertà”, collegato alla mostra “Enigma proibito. Segreti ed erotismo nel poema criptato di Pietro Giannone” in corso al Museo Civico. La partecipazione è libera e gratuita (anche se si consiglia la prenotazione: 059 203 3125; palazzo.musei@comune.modena.it) e il ritrovo è sotto al portico del Palazzo Comunale, in via Emilia 175.
Dalle vecchie carceri del Palazzo Comunale ai suoi portici, dal busto di Giuseppe Mazzini nella piazza a lui intitolata a quello di Pietro Giannone proveniente da Firenze, temporaneamente esposto al Museo Civico nell’ambito della mostra “Enigma proibito”. L’itinerario racconta in modo coinvolgente l’epoca in cui nell’Ottocento l’Italia ha raggiunto l’unità e l’indipendenza. Filo conduttore delle diverse tappe è la vita errabonda e sofferta di Pietro Giannone (1791-1872), poeta, massone e cospiratore repubblicano costretto a un esilio lungo quarant’anni tra Londra e Parigi.
A ogni tappa, Stefano Bulgarelli, curatore della mostra, e Roberto Vaccari, dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, rievocheranno un pezzo della storia accompagnati dalle letture di documenti a cura dell’attore Saverio Bari e da brani risorgimentali eseguiti dal chitarrista Sandro Volta e dalla violinista Emma D’Angelo, con la collaborazione del liutaio Lorenzo Frignani.
Un mix di linguaggi per esprimere le passioni, l’impegno e lo scontro delle idee che infiammavano il Paese tra gli anni Venti e Sessanta dell’Ottocento con la contrapposizione tra i paladini della libertà, come Pietro Giannone, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, e i conservatori dell’antico ordine come papa Pio VII e il duca di Modena Francesco IV d’Austria-Este. A precorrere la storia sono però i versi poetici di Giannone scritti col carbone sul pavimento della cella dov’era rinchiuso, le appassionate parole rivoltegli da Mazzini, o brani immortali come il “Va pensiero” di Giuseppe Verdi o “Il Canto degli Italiani” di Goffredo Mameli. Se tutto questo va visto dietro ai monumenti di epoca risorgimentale giunti fino a noi, lo stesso vale per il busto di Pietro Giannone scolpito nel 1874 dal toscano Pasquale Romanelli che la mostra allestita al Museo Civico di Modena ha permesso di riscoprire nel cimitero delle Porte Sante di Firenze, dove il patriota era sepolto, e di esporre per la prima volta a Modena affiancato da documenti delle Raccolte del Risorgimento che ne raccontano la storia.
La mostra “Enigma proibito”, allestita fino al 25 agosto nelle sale rinnovate del Museo Civico, è costruita intorno a un breve manoscritto cifrato appartenente alla raccolta del Risorgimento del Museo Civico e firmato dal patriota Pietro Giannone, con numeri e strani simboli a formare un testo incomprensibile che è rimasto inviolato per quasi 150 anni, nonostante i ripetuti tentativi di decifrarlo, alimentando l’idea che il codice nascondesse notizie storiche riferite alla Carboneria. E invece, quando nel 2014, Paolo Bonavoglia, docente di matematica, in collaborazione con Consolato Pellegrino ha trovato la chiave del codice, il manoscritto ha rivelato non storie segrete della Carboneria ma un poema erotico-libertino fortemente licenzioso.
Il percorso di mostra invita a entrare nel mondo misterioso della crittografia e della scrittura segreta e racconta la figura di Pietro Giannone e l’avventura crittografica che ha portato a decifrare il codice. L’allestimento propone, per la prima volta, due livelli di fruizione paralleli: uno per gli adulti e uno per i bambini, in una dimensione interattiva che, con video e postazioni multimediali, invita visitatori e visitatrici a mettersi in gioco sperimentando il linguaggio cifrato dopo averne compreso i segreti. Il pubblico over 16 potrà accedere a una stanza segreta per leggere i versi del poema, mentre ai più piccoli è riservata una stanza tutta per loro, “vietata agli adulti”.