Un ponte, ideale ma non solo, tra l’assistenza ospedaliera e quella territoriale, che trovano qui sintesi e valorizzazione dell’offerta a vantaggio del cittadino e dei suoi bisogni di salute.
Si può riassumere così la filosofia concettuale che ha guidato la costruzione della Casa della Comunità di Mirandola, oggetto oggi pomeriggio di una visita istituzionale a cantiere concluso. A margine del Comitato di Distretto dedicato proprio alla struttura, che sarà attivata a giugno dopo la fase di autorizzazione, i Sindaci di Mirandola e dei Comuni dell’Unione Area Nord hanno visitato i nuovi spazi, insieme al Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Ad accompagnarli la Direttrice Generale dell’Azienda USL di Modena Anna Maria Petrini, la Direttrice del Distretto di Mirandola Annamaria Ferraresi e i responsabili dell’assistenza territoriale Federico Barbani, Mariella Carolina Gallo, Mary Guerzoni, Anna Maria Arroi, insieme a Inga Iamandii, e ospedaliera, con Giuseppe Licitra e una rappresentanza di primari e professionisti.
Il progetto della struttura, al centro di un percorso partecipato che ha visto coinvolti il mondo del volontariato e quello della scuola (in particolare gli studenti dell’Istituto di istruzione superiore Luosi di Mirandola a indirizzo sociosanitario), è stato costruito sulla base dei profili di salute della popolazione del Distretto mirandolese, integrati con un’analisi demografica e del contesto territoriale. L’allungamento dell’aspettativa di vita, legato al miglioramento dell’assistenza sanitaria, ha portato con sé anche un incremento della percentuale di persone con una o più patologie croniche, come ad esempio il diabete mellito.
È da queste considerazioni che il gruppo di lavoro ha iniziato a tessere la rete che porterà a dotare il Distretto di una struttura moderna, capace di rafforzare l’erogazione dei servizi territoriali in modo capillare, coordinando percorsi e professionisti diversi e sviluppando una nuova idea di salute, definita come benessere della comunità, finalizzato sulla medicina proattiva di comunità e sulla prevenzione.
La Casa della Comunità di Mirandola, un investimento da 4 milioni e 360mila euro di fondi aziendali, regionali e statali, comprendente anche la quota di realizzazione del Punto prelievi recentemente attivato, trova spazio nel complesso dell’Ospedale Santa Maria Bianca, precisamente nell’Ala nord del Corpo 02 appositamente riqualificata. Comodamente raggiungibile sia attraverso percorsi ciclopedonali sia con mezzi di trasporto privati e pubblici, la posizione della struttura consente una congiunzione fisica e organizzativa con Ospedale e Centro Servizi, in cui sono presenti diversi servizi distrettuali tra cui il Consultorio, la Centrale Operativa Territoriale (COT), la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata.
Ai Sindaci è stata illustrata la progettualità complessiva dell’opera (oltre 1.400mq dedicati ad accoglienza, assistenza primaria, specialistica e prevenzione e promozione della salute, sviluppati su tre piani), a partire dagli spazi e dai servizi che qui saranno operativi: al piano rialzato saranno presenti ambulatori dedicati ai Medici di Medicina Generale della medicina di gruppo MediGroup Mirandola e uno spazio dedicato al volontariato e al Punto Unico di Accesso, per l’accoglienza e l’orientamento ai servizi.
Al primo piano trovano spazio gli ambulatori specialistici di Diabetologia, Ortopedia, Infettivologia, Oculistica e Ortottica, insieme all’Infermiera di Comunità. È soprattutto qui, nei locali del primo piano, che trova espressione concreta l’integrazione ospedale-territorio, grazie anche alla dotazione di diagnostica di base (retinografo, elettrocardiografo, spirometro, ecc) che consentirà di dare una prima risposta al quesito di salute dei cittadini, sfruttando la telemedicina. Il secondo piano è dedicato agli spogliatoi del personale, sia ospedaliero che della Casa della Comunità.
La visita istituzionale si è conclusa con la presentazione del nuovo Punto prelievi, operativo dallo scorso 25 marzo negli spazi rinnovati con accesso dall’ingresso portineria nel Corpo 01 dell’Ospedale. La sede definitiva, attiva dalle 7.15 alle 9 (dal lunedì al sabato), è composta da tre sportelli per l’accettazione e cinque postazioni per l’esecuzione dei prelievi, per una capacità di circa 150-180 prelievi al giorno.
“Questa nuova struttura – afferma il Presidente della Regione Stefano Bonaccini – rappresenta uno straordinario valore aggiunto per tutto il territorio. Per due motivi fondamentali: il primo è l’ulteriore rafforzamento della medicina territoriale sulla quale in Emilia-Romagna, purtroppo in controtendenza rispetto al governo, continuiamo a investire con convinzione. Il secondo è il metodo innovativo della sua realizzazione che nasce dal coinvolgimento del territorio, a partire dal mondo del volontariato e della scuola, e dall’analisi dei suoi bisogni specifici. Il modo giusto per rendere questa Casa della Comunità ancora più corrispondente alle necessità delle comunità che andrà a servire”.
“La visita ci ha consentito di mostrare in anteprima ai Sindaci i nuovi locali – spiega la Direttrice Generale Ausl Anna Maria Petrini – ma l’aspetto più rilevante della Casa della Comunità di Mirandola è l’interconnessione che questi spazi avranno con servizi e professionisti di ospedale e territorio, in funzione di una presa in cura globale e univoca. È stato compiuto un grande lavoro di analisi e contestualizzazione di domanda e offerta, proprio per venire incontro alle reali necessità di salute dei cittadini. Qui gli specialisti, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli infermieri dialogheranno per costruire una risposta il più possibile su misura per ciascun paziente. Fondamentale, inoltre, il contributo del volontariato, a cui sarà affidato il compito di accogliere e orientare il cittadino tra i vari servizi. Infine, la forte integrazione tra sociale e sanitario, che si compie di fatto già da anni nei percorsi e nei progetti comuni, qui trova maggiore espressione e potenzialità”.
“La salute della nostra comunità – dichiara il Sindaco di Mirandola Alberto Greco – rappresenta una priorità assoluta e in tal senso i concetti di efficienza del sistema sanitario e la sensibilizzazione in materia di prevenzione devono rimanere tali per tutti i vertici politici competenti: di qualsiasi ordine e grado. Sono a concludere un quinquennio Amministrativo nel quale il concetto di sanità, con l’esperienza della pandemia, è stato completamente stravolto a livello internazionale: figurarsi per noi Sindaci e amministratori locali. Fatte queste doverose premesse, ritengo la giornata di oggi possa rappresentare un’occasione preziosa ma ad ogni modo un punto intermedio, nel quale poter riflettere con attenzione su quali siano le reali priorità dell’oggi da trasmettere nella programmazione di una sanità che si dovrà occupare anche delle generazioni postume a tutti i presenti. Le scelte contemporanee, in materia di sanità, sono infatti vincolanti per chi ci succederà e di questo ne dobbiamo ineluttabilmente fare conto. La Bassa Modenese è un territorio ampio ma allo stesso tempo unito e compatto sulla necessità di servizi più puntuali e accessibili per evitare di alimentare la teoria che possano esistere cittadini di Serie A, residenti nei grandi centri urbani, e cittadini di Serie B che, a parità di oneri tributari, debbano scontare un progressivo peggioramento dei servizi ricevuti. Noi confidiamo che la seconda teoria possa essere smentita, ma urge varare una linea comune di pensiero e azione e la giornata di oggi, preludio alla prossima entrata in funzione della casa della comunità è un secondo passo, il primo pochi giorni fa me lo hanno mostrato con l’entrata in funzione del centro prelievi, decisamente incoraggiante”.
“Oggi abbiamo toccato con mano il concretizzarsi di questa struttura importante per Mirandola e per il territorio dell’Area Nord che gravita intorno ad essa – sottolinea Claudio Poletti, presidente Unione Comuni Modenesi Area Nord e sindaco di Finale Emilia –. La sua entrata in funzione rappresenterà un ulteriore passo verso la realizzazione di una sanità sempre più vicina al cittadino e a servizio delle comunità locali, così come delineato dalle indicazioni e dagli investimenti promossi dalla Regione Emilia-Romagna. Il completamento delle Case della Comunità di Mirandola, San Felice e Finale Emilia consentirà di mettere ancora più in rete i servizi e le tante competenze che gravitano attorno all’ospedale di Mirandola. L’istituzione e l’entrata in funzione dei Centri di Assistenza e Urgenza, l’attivazione di ambulatori specialistici dislocati sul territorio, l’integrazione tra servizi sanitari e servizi sociali, il ruolo delle Case della Comunità, partendo dal presente, disegnano un futuro nel quale l’elemento sempre più centrale sarà il paziente, la persona che necessità di cure e assistenza, che ha bisogno di sentire vicina la presenza dei professionisti, medici e infermieri, che lo assistono”.