Riflettere sulla Giornata internazionale delle foreste, domani 21 marzo 2024. È quanto chiede il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, dove i boschi si estendono per oltre 19.000 ettari, ricomprendendo il 73% della sua superficie, che diventano 250.000 ettari (oltre il 51% della superficie) nella Riserva di Biosfera MAB Unesco: qui sono stimati 500 milioni di alberi, circa mille alberi a persona.
“La giornata mondiale delle poste fa pensare all’Amazzonia e alla perdita del manto forestale del pianeta”, dichiara Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale e coordinatore della Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano, “ma anche qui, anche in Appennino, abbiamo una nostra Amazzonia; più di metà del nostro territorio è coperta da boschi e foreste, oggi in gran parte in abbandono e in gran parte destinate a una filiera di legna da bruciare e basta”.
“È possibile fare molto di più con le foreste, sviluppare i servizi ecosistemici (assorbimento di CO2, produzione di ossigeno, regolazione del clima, fornitura di risorse, habitat per la biodiversità, protezione del suolo e dell’acqua, turismo e ricreazione, valore culturale e ambientale) che già gratuitamente offrono, ad esempio. È possibile anche avviare migliori filiere produttive del legno a supporto dei settori mobili, arredamento ed edilizia”.
“In questo contesto, il Parco nazionale ha in corso progetti e azioni di rilievo; prima di tutto la piattaforma per i crediti di sostenibilità, che consente di misurare e mettere a fuoco, di valorizzare anche economicamente, i servizi ecosistemici che le foreste offrono; poi molti altri progetti che tendono a sviluppare le filiere del legno e a migliorare le forme di coltivazione e anche di sfruttamento produttivo del bosco”.
“Si tratta anche di boschi di proprietà demaniale ove possiamo sviluppare ricerche, tutela della biodiversità, selezione delle piante più resilienti e resistenti al cambiamento climatico; ma la cosa forse più importante oggi è il coinvolgimento di quel privato sociale che è rappresentato dagli usi civici, che detengono migliaia e migliaia di ettari di bosco, i cui proventi e riflessi devono andare a favore della collettività sia in termini di benefici ambientali che in termini di capacità gestionale e reddito dell’economia locale sull’altro crinale”.
“Anche quest’anno contiamo – conclude Giovanelli – di raddoppiare i crediti di sostenibilità, e preventiva certificazione e pianificazione Sono raddoppiate le imprese che acquistano i crediti. Si sviluppa così anche una collaborazione tra il crinale e le città, tra imprese responsabili e le economie più povere dell’Appennino. Si tratta di un’azione d’avanguardia non semplicissima da portare avanti, ma che sta dando risultati concreti”.