“Cessate il fuoco ora”. Il Comune di Modena, esponendo lo stendardo dal Palazzo comunale, in piazzetta delle Ova, rilancia l’appello di tante associazioni italiane, di Comune ed enti locali affinché si interrompano i conflitti in corso nel mondo e si costruiscano condizioni di pace: dall’Ucraina alla Palestina e in ogni altra guerra.
“L’iniziativa fa riferimento anche a ciò che il Consiglio comunale ha già espresso più volte – spiega il sindaco Gian Carlo Muzzarelli – richiamando in diverse occasioni le risoluzioni e gli interventi dell’Onu. Ma è un appello di tutta la città che, non a caso, abbiamo voluto collocare proprio di fronte all’installazione che in piazza Mazzini ricorda l’iniziativa in corso ‘Quando (anche) qui cadevano le bombe’, con la ricostruzione al nuovo Diurno di uno dei rifugi che ospitavano i modenesi durante i bombardamenti di 80 anni fa: un modo – aggiunge il sindaco – per sentire ancora più vicine quelle bombe che oggi cadono sull’Ucraina, sulla Palestina, su Israele e in tante altre aree del mondo”.
L’iniziativa “Quando (anche qui) cadevano le bombe” è ideata dal Comitato per la storia e le memorie del Novecento del Comune di Modena e curata dall’Istituto storico di Modena in collaborazione con Centro documentazione donna e Pop History. In piazza Mazzini, una grande mappa della città, a terra, indica 19 luoghi simbolo del centro di Modena tra i più significativi per ricostruire le conseguenze dei bombardamenti sulla città nel 1944 e nel 1945 e altri totem in piazza Torre, ai piedi della Ghirlandina, a Palazzo dei Musei, a Palazzo Santa Chiara e alla stazione ferroviaria mostrano le foto di quei luoghi dopo i bombardamenti.
Fino a domenica 10 marzo, inoltre, al nuovo Diurno è allestita una mostra con videoproiezione e tavolo touch screen con una ricca documentazione fotografica: alle 15 e alle 17 di ogni giorno i visitatori, seduti su panche di legno, possono rivivere l’esperienza di un rifugio antiaereo mentre fuori cadono le bombe.