“Giusto ricordare e doveroso celebrare, come avvenuto domenica mattina, il 79° anniversario dell’esecuzione, per rappresaglia, di cinque giovani partigiani avvenuta il 15 febbraio 1945, ma decisamente sbagliato “dimenticare” di conferire la cittadinanza onoraria al Beato Rolando Rivi.
Succede a Fiorano dove il giovane seminarista di Castellarano, torturato e assassinato nei boschi di Monchio a causa della sua fede da un gruppo di partigiani, è finito nell’oblio della maggioranza di sinistra. Questo, nonostante una deliberazione del civico consesso avvenuta due anni fa quando, su proposta dell’Anpi, si decise di revocare la cittadinanza a Benito Mussolini (approvata all’unanimità con una sola astensione). Durante la stessa seduta del Consiglio Comunale, fu approvato un emendamento relativo alla stessa deliberazione per conferire la cittadinanza al giovane seminarista. Emendamento che divise e mise in difficoltà la maggioranza, ottenuta grazie ai voti di Fi, Fdi, Lega, gruppo misto e del sindaco Francesco Tosi. Si astennero in tre (Giuliani, Crocco e Andreoli del Pd), quattro i contrari (Beneventi e Cuoghi della lista civica, Reginato e Remigio del Pd).
Il 13 aprile sarà l’anniversario della morte del seminarista a cui è, tra l’altro, intitolato l’oratorio parrocchiale di Spezzano. Chissà se l’attuale maggioranza di sinistra riuscirà a provvedere adempiendo al voto e alla volontà del Consiglio Comunale. Sul seminarista quattordicenne allora si avventò una furia cieca che solo il furore ideologico anticristiano alimentato da mysterium iniquitatis può spiegare.
Per i suoi carnefici Rotando non era un ragazzino, ma “un prete in meno”. Lo è anche per la maggioranza di sinistra che guida il Comune di Fiorano?”
(Donato Gualmini – Gruppo Misto Fiorano Modenese)