Sui flussi di minori stranieri non accompagnati (Msna) a Modena, nonostante le tante sollecitazioni dei mesi scorsi, non abbiamo registrato alcun sensibile miglioramento, anzi i problemi si sono acuiti, ed è sempre più avvertita “la mancanza di sostegno istituzionale per trovare soluzioni utili alla nostra specifica situazione territoriale”.

Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, dopo l’episodio di violenza e vandalismo all’interno di una comunità che ospita minori stranieri, ha scritto di nuovo al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “L’episodio non ha avuto conseguenze gravissime solo grazie al pronto intervento delle Forze dell’ordine – spiega il sindaco – prontamente chiamate dagli operatori della struttura”. Ma ora il rischio è la chiusura della struttura e il disimpegno del soggetto gestore vista “la totale mancanza di strumenti efficaci per assicurare accoglienza e inclusione dei ragazzi secondo gli obblighi di legge, oltre che garantire sicurezza agli ospiti e agli operatori”.

Per Muzzarelli, quindi, non è più rinviabile “una risposta concreta in merito ai problemi che stiamo sollevando da più di un anno”, rappresentati al Ministro anche di persona quando, oltre alla gestione dei migranti, si discusse dell’elevamento della Questura in fascia A e del relativo aumento di personale, nell’ambito del Patto per Modena Città Sicura.
Nella lettera il sindaco solleva diversi problemi sul sistema di accoglienza del Sai che il Governo pare voler smantellare, compreso un taglio del budget relativo a Modena per 174 mila euro, e al più generale flusso di minori stranieri che il Comune ha in carico e che “non trova la equa ridistribuzione che dovrebbe essere assicurata dal tavolo di coordinamento presso la Prefettura”.

Tra i temi sollevati c’è anche la preoccupazione per il flusso di minori di nazionalità tunisina, già segnalato nell’estate scorsa, caratterizzato da condotte pericolose e violente che sfociano spesso in aggressioni e rapine. “Si è intensifica – spiega il sindaco – la collaborazione tra le Forze dell’ordine e le Comunità di accoglienza, ma gli strumenti di cui dispongono il Servizio Sociale e il personale educativo non consentono di gestire in modo adeguato queste condotte, determinando un senso di impunità tra i minori stessi che ha conseguenze devastanti per i progetti di accoglienza”. E bisogna considerare anche la fatica e la paura del personale educativo delle comunità, che riferiscono un crescente numero di dimissioni proprio dovute alla tipologia del flusso di minori. Per Muzzarelli, quindi, è “urgentissimo, per la tenuta dell’accoglienza stessa, una rivisitazione della normativa e la previsione di strumenti più coercitivi, oltre alla previsione di strutture di accoglienza più rispondenti alla gestione di queste condotte”.

Ribadendo che il Comune non è più in grado di garantire il collocamento per tutti i minori, il sindaco spiega che per la stagione invernale ci si sta attrezzando per attivare comunque situazioni emergenziali, “ancorché non del tutto adeguate agli standard di accoglienza per persone di minore età, pur di rispondere all’esigenza di collocare in un luogo protetto i sedicenti Msna”. Ma Muzzarelli sottolinea anche l’indisponibilità ad accogliere “quei minori che si sono allontanati da strutture governative, che rifiutano i collocamenti proposti e i minori che hanno agito comportamenti pericolosi e non adeguati al contesto comunitario, sia verso gli altri minori accolti che verso il personale della struttura”.

 

TAGLIO DI 174 MILA EURO PER IL SAI

Il Comune di Modena, che nel corso del 2023 ha gestito fino a 250 minori stranieri non accompagnati, è titolare di un progetto per 60 posti in accoglienza Sai per il quale è stata presentata domanda di prosecuzione fino all’ottobre 2025 integrando l’attività con due servizi volti a qualificare il sistema di integrazione, come la figura dell’esperto legale e l’alfabetizzazione. Ma il decreto ministeriale di finanziamento ha previsto un taglio del budget di 174 mila euro “determinando una inevitabile riduzione della percentuale di copertura sulle reti di accoglienza”.

Lo segnala il sindaco Gian Carlo Muzzarelli nella lettera al ministro Piantedosi insieme alle difficoltà per “i sempre maggiori e pesanti adempimenti dal punto di vista formale e amministrativo che gravano sugli Enti locali e, contestualmente, un rimborso inferiore rispetto alla quota rendicontabile a valere sul Fondo nazionale per l’accoglienza di Msna, sulla base dell’art. 1, comma 181 della L. 190/2014 (legge di stabilità 2015)”.

Il sindaco, inoltre, ribadisce la necessità di potenziare ulteriormente la rete nazionale Sai oggi portata a 6.012 posti rispetto a un fabbisogno indicativo di 20 mila. “Si tratta di numeri – spiega Muzzarelli – che inevitabilmente incidono sulla funzione propria di una rete: quella di sostegno specifico agli Enti locali che ne fanno parte; rispetto alle ultime segnalazioni inviate, nessuno di questi è stato inserito nella rete nazionale nonostante la segnalata pressione di questo Comune rispetto al flusso di arrivi, con particolare riferimento alla nazionalità tunisina che hanno agito anche con comportamenti violenti arrivati anche sulla cronaca nazionale. Abbiamo più volte segnalato le tensioni sul nostro territorio”.

Ma l’impressione del sindaco è che il Governo “stia progressivamente contribuendo allo smantellamento della rete di accoglienza Sai, sai da un punto di vista amministrativo – contabile che da un punto di vista connesso alla qualificazione della rete, e della effettiva fruizione, su scala nazione, dei posti previsti”.

In questo contesto Muzzarelli propone anche la riflessione sul collocamento di minori affetti da patologie psichiatriche o affetti da dipendenze di sostanze stupefacenti la cui presenza nel sistema di accoglienza sta aumentando in modo significativo: “Si tratta di condizioni che necessitano di una presa in carico e di un trattamento, anche rispetto al collocamento, specificatamente dedicato e adeguato a quelle condizioni. Chiedo nuovamente al Governo di predisporre posti dedicati in modo specifico a progettualità per minori con tossicodipendenze attive e affetti da patologie psichiatriche”.