ROMA (ITALPRESS) – Il premierato è un’urgenza anche per superare le difficoltà economiche del Paese, lo afferma la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati in una intervista a “Il Sole 24Ore”
“Sono i numeri a confermarlo. In 75 anni di storia repubblicana abbiamo avuto 68 governi con una durata media di 14 mesi. E’ inaccettabile. L’avvicendarsi continuo di esecutivi appesantisce il funzionamento e i costi della macchina dello Stato incidendo pesantemente sull’economia. Secondo gli esperti, negli ultimi dieci anni l’instabilità è costata agli italiani 265 miliardi di interessi sui titoli di Stato. Stabilità vuol dire risparmio per le tasche dei cittadini e possibilità per chi governa di intervenire sui problemi del Paese con una programmazione di lungo periodo. Ecco perchè il premierato è anche una leva economica, la ‘riforma della riformè che permetterà di portare a termine e attuare i provvedimenti su fisco, giustizia, pensioni, scuola, lavoro ecc, rendendo l’Italia più competitiva e in grado di attrarre gli investimenti dall’estero” afferma la ministra.
Sulle critiche mosse dalle opposizione alla riforma, che parlano di “un’anatra zoppa”, la ministra Casellati, dice “Trovo paradossale che l’opposizione denunci il ‘prosciugamentò dei poteri del Presidente della Repubblica e allo stesso tempo parli di un ‘Premier debole”. Una contraddizione in termini palese. Quando si critica a colpi di slogan, del resto, è difficile non cadere nell’incoerenza. Il testo della riforma è frutto di una fase d’ascolto nella quale mi sono confrontata con tutte le forze politiche, i costituzionalisti, le parti sociali e le categorie economiche. Per arrivare a un punto di condivisione abbiamo rinunciato al presidenzialismo, da sempre cavallo di battaglia del centrodestra, e optato per una ‘riforma minimalè che preserva le prerogative del Capo dello Stato, tocca pochissimi punti della Costituzione funzionali al raggiungimento dei nostri obiettivi: dare stabilità al sistema e garantire, attraverso l’elezione diretta, che il voto popolare non finisca più nel cestino a causa di ribaltoni e giochi di potere. Chi, pur di ostacolare la riforma, getta la palla in tribuna, probabilmente ha un solo interesse: mantenere le cose così come stanno”.
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