Per gli aiuti alle imprese agricole a seguito dei danni provocati da siccità e alte temperature nel 2022, l’Emilia-Romagna ha a disposizione 17milioni e 200 mila euro, degli 80 milioni stanziati a livello nazionale. I fondi serviranno a dare risposta alle 1.375 domande presentate dalle imprese agricole.
Dallo Stato sono già arrivati 10,4 milioni con i quali si sta procedendo alle liquidazioni tramite l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura in Emilia-Romagna (Agrea).
“Risorse e indennizzi indispensabili- spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi-, per un settore nei confronti del quale alluvione e siccità hanno provocato cali drastici delle produzioni e influito sui bilanci economici delle imprese. La siccità che abbiamo subito nel 2022 è un fenomeno nefasto che colpisce sempre più spesso il mondo agricolo ed è causata dagli effetti dei cambiamenti climatici, esattamente come le gelate tardive e l’alluvione. Oggi più che mai l’agricoltura ha bisogno di sostegno per garantire le produzioni in campo e il reddito alle imprese”.
Al momento sono state liquidate 893 domande, per un importo totale di 8,4 milioni di euro. Gli uffici regionali stanno attendendo il completamento delle istruttorie e dei controlli che permetteranno la concessione di altre 482 domande (per un valore di ulteriori 8,8 milioni di euro) e il trasferimento della tranche finale di erogazione da parte dello Masaf, che dovrebbe arrivare entro fine anno o nei primi giorni del 2024.
Il fondo siccità nazionale rappresenta un aiuto concreto per le imprese. Dopo le decurtazioni subite per mettere a disposizione risorse alle imprese agricole per l’alluvione, è stato rimpinguato con 80 milioni di euro, grazie al fondo di crisi messo a disposizione della Commissione europea ed erogato per 60 milioni di euro, cofinanziato al 200% dallo Stato italiano, per un totale di 180 milioni di euro, di cui 100 milioni sono stati destinati sull’alluvione. Tali fondi non saranno gestiti dalla regione ma erogati da Agea con specifici criteri.
“La crisi idrica- prosegue l’assessore Mammi- mette in grave difficoltà le nostre produzioni agricole, soprattutto pomodori, mais, vino, frutta, riso. Vanno messe in pratica soluzioni che guardino a sostenibilità e ricerca. Per questo la Regione Emilia-Romagna investe più del 5% dell’intero valore delle risorse disponibili in ricerca, contro l’1,5% della media nazionale. Dobbiamo contribuire a elevare il livello di innovazione nelle nostre imprese agricole mettendo a disposizione soluzioni puntuali, poi invasare l’acqua quando c’è per usarla nei momenti di siccità, e depurare le acque reflue che, adeguatamente trattate e pulite, sono una grande risorsa”.
La situazione in Emilia-Romagna
La crisi idrica è un fenomeno in crescita, e in Italia la situazione è critica soprattutto nelle regioni del Nord che insistono sull’asta di bacino del grande fiume Po che versa in grave sofferenza. Una situazione, questa, dovuta anche all’effetto combinato del calo del 40% delle precipitazioni negli ultimi 20 anni e dell’aumento delle temperature.
L’irrigazione di precisione è una delle frontiere su cui università, centri di ricerca e imprese stanno lavorando. L’obiettivo è produrre utilizzando meglio le risorse naturali. In generale, anche attraverso i Gruppi operativi dell’innovazione (Goi) finanziati tramite il Piano di Sviluppo Rurale, la Regione sta promuovendo progetti per incrementare il livello di conoscenza con applicazioni mirate.
Sui piccoli invasi aziendali, la Regione ha già messo a bando 7 milioni di euro per le aziende che intendono consorziarsi tra loro. Altri 20 milioni di euro sono previsti con lo Sviluppo Rurale 2023-2027 a cui si aggiunge un fondo per le progettazioni per opere di bonifica e irrigazione strategiche in capo ai Consorzi di Bonifica, di circa 800mila euro (attraverso risorse del bilancio regionale). A tutto ciò si sommano altre risorse (nazionali e regionali) in diretta gestione ai Consorzi. Più di 700 milioni di euro, che i Consorzi stanno utilizzando per fare lavori su tutto il territorio regionale. Lavori già in corso per il 70% e conclusi in buona parte o in avanzato stato di realizzazione.
Poi ci sono i 400 milioni di euro di lavori in fase di avvio, previsti dal Pnrr, cui si aggiungono altri 28 milioni di fondi del Ministero dell’Agricoltura, con i quali sono stati finanziati 4 progetti sulla riduzione delle perdite nella rete di distribuzione, e 13 milioni per 2 progetti di riqualificazione ed efficientamento del Canale Emiliano Romagnolo, finanziati con il decreto siccità.