Come migliorare la gestione forestale, valorizzando il patrimonio boschivo, per contrastare la crisi climatica e allo stesso tempo creare nuove possibilità per l’economia?

La risposta arriva dal progetto europeo Life CO2PES&PEF, cofinanziato dal Programma Life della Commissione europea, che ha l’obiettivo di coniugare la conservazione della foresta, dei suoi processi e dei suoi servizi ecosistemici, aumentando gli assorbimenti di CO2 (visto che già oggi boschi e foreste italiane immagazzinano 1,24 miliardi di tonnellate di carbonio), diminuendo le perdite di carbonio per eventi estremi e massimizzando la crescita forestale, con la garanzia di poter continuare a fornire input (prodotti, legname, etc.) al sistema industriale, creando reddito e benessere per le comunità locali.

Un progetto che, grazie ai risultati ottenuti nelle aree di intervento scelte, il Demanio Forestale Forlivese e il Consorzio Comunalie Parmensi, in Emilia-Romagna, oltre alla proprietà regionale di Fusine nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha prodotto un modello virtuoso ed efficace di protocollo di gestione forestale applicabile a tutto il patrimonio boschivo italiano, in linea con la strategia forestale nazionale.

I primi esempi di successo arrivano infatti dalle due Regioni partner di progetto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, che hanno tradotto le attività svolte in specifiche azioni, replicabili anche a livello nazionale e internazionale.

“Una opportunità per nuove e fondamentali analisi sui percorsi che dobbiamo intraprendere per rendere il territorio regionale maggiormente consapevole delle opportunità e delle complessità dell’irreversibile percorso che traguardi la tutela del pianeta e sappia cogliere al meglio le potenzialità di sviluppo economico e sociale dei territori montani- ha spiegato l’assessora regionale a Programmazione territoriale e paesaggistica, Forestazione, Parchi, Barbara Lori-. La necessaria riduzione dei gas climalteranti e l’adozione di pratiche capaci di aumentare in modo rilevante la capacità di assorbimento dei boschi e delle foreste d’Appennino, rappresenta la sfida principale per una vera e propria valorizzazione degli ecosistemi forestali che consenta una drastica inversione dell’attuale tendenza in cui il saldo tra emissioni e assorbimenti risulta ancora sbilanciato”.

“Il progetto Life- chiude Lori- ha permesso di capire come orientare le azioni regionali per raggiungere questi obiettivi intervenendo sulla gestione forestale, sulle pratiche applicate nella filiera foresta legno, sull’utilizzo del legname estratto e, soprattutto, ha aperto nuovi orizzonti per orientare in modo coerente la strategia forestale regionale”.

Con quasi 11 milioni di ettari, pari a un terzo dell’intero territorio nazionale, le foreste rappresentano l’infrastruttura verde più importante d’Italia, una straordinaria ricchezza ambientale e naturalistica che cresce in termini di superficie occupata e valore ecologico. Eppure, solo circa il 15% è oggetto di un piano di gestione (dati inventario forestale nazionale). Uno degli strumenti per invertire la tendenza è incrementare il valore ecosistemico ed economico delle foreste tramite una gestione forestale sostenibile e una valorizzazione delle filiere locali.

Il protocollo ha lo scopo di fornire suggerimenti utili per promuovere il prelievo di legno dai boschi presenti sul territorio nazionale favorendone un utilizzo a “cascata” per un assorbimento duraturo di CO2 che prevede l’utilizzo del legno in più fasi, usato come materia prima o materiale da costruzione, prolungandone così il ciclo. Un vantaggio dal punto di vista ecologico ed economico. E un obiettivo portato avanti anche grazie al contributo di FederlegnoArredo, partner che ha partecipato al progetto per analizzare e valutare i servizi ecosistemici forestali, definire metodologie di contabilizzazione del carbonio nei legni segati, misurare e migliorare l’impronta ambientale dei prodotti legnosi e contribuire alla definizione di uno standard di certificazione dei servizi ecosistemici.

Non solo, nell’ambito di Life CO2PES&PEF, è stata sviluppata – sotto il coordinamento del team di FederlegnoArredo – una piattaforma web interattiva, grazie alla quale è possibile utilizzare il “Carbon Tool”, uno strumento finalizzato al calcolo dello stock netto di carbonio nel legno segato, in relazione alle diverse specie legnose tipiche dei boschi italiani ed europei. Inoltre, tra le policy sperimentate ci sono stati i “Pagamenti per i Servizi Ecosistemici”, uno strumento ancora poco diffuso nelle politiche di gestione territoriale, che intende facilitare il riconoscimento economico e un’integrazione del reddito per chi intraprende pratiche forestali “climaticamente intelligenti”.

Life CO2PES&PEF si è anche inserito nello spiraglio di un’iniziativa più ampia: il Crea, il principale ente italiano di ricerca agroalimentare, ha consegnato al ministero delle Politiche agricole il documento (solo relativo alle foreste) che è di fatto il decreto attuativo della legge 41/2023, quella che istituisce il registro italiano dei crediti di carbonio derivanti da attività agroforestali, come azioni di incremento dello stoccaggio di CO2, di prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi.

Grazie a questo registro, le aziende potranno investire e sostenere iniziative con ricadute positive e dimostrabili su un territorio specifico. Le imprese troveranno sul portale coordinato dal Crea una mappa di tutti i progetti attivi e in cui possono investire su benefici che vanno oltre la cattura di CO2, come il miglioramento della biodiversità, della ricettività turistica, la lotta alla siccità.

“Gli ecosistemi forestali offrono servizi vitali come regolazione idrica, biodiversità, cattura di carbonio e produzione di legno- ha affermato il professore della Scuola Superiore Sant’Anna, capofila di progetto, Fabio Iraldo-. Pertanto, è essenziale migliorare la loro resilienza contro il cambiamento climatico, compresi incendi e siccità, per garantire la sostenibilità a lungo termine di questi benefici ambientali ed economici. A questo fine, è necessario valorizzare la filiera legno, creando una filiera più collaborativa e promuovendo l’uso a cascata del legno. Inoltre, è essenziale attribuire un valore monetario ai servizi ecosistemici, ad esempio il carbonio assorbito attraverso azioni di gestione sostenibile delle foreste, attirando investimenti da parte di imprese e soggetti privati che possano incrementare la conservazione degli ecosistemi forestali.”

Le potenzialità del registro sono già state dimostrate dal progetto Life CO2PES&PEF, che, insieme all’ente internazionale Pefc, partner di progetto, ha sviluppato uno standard che detta le modalità per intervenire sulle foreste e ne calcola la CO2 assorbita o evitata.

Ad esempio, il Consorzio Comunalie Parmensi ha già venduto mille crediti (ossia mille tonnellate di CO2 equivalente) a Dallara automobili e 8mila crediti a Leroy Merlin Italia.

Questi i Partner del progetto: Scuola Superiore Sant’Anna (capofila), Consorzio Comunalie Parmensi, FederlegnoArredo, Legambiente, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Regione Emilia-Romagna, Unione dei comuni della Romagna Forlivese e Università degli Studi di Milano.

Per info: www.lifeco2pefandpes.eu