«Non è accettabile l’innalzamento delle ritenute d’acconto dall’8 all’11%. Specie da un Governo che, in campagna elettorale e come dimostrato con riforme precedenti che abbiamo giudicato positive, si è sempre detto “vicino alle aziende”. Le nostre imprese si attendevano dalla Manovra almeno una riduzione, se non addirittura l’eliminazione. Certamente non un aumento pari al 3%».
Monica Telleri, presidente della categoria Lapam Confartigianato Legno e Arredo, esprime parere negativo sul Ddl della manovra economica di aumentare dall’8 all’11% la ritenuta sui bonifici fatti alle imprese per fruire delle detrazioni per i bonus in edilizia. L’associazione, nella figura della presidente Telleri, chiede al Governo di evitare un intervento che toglie ulteriore liquidità alle imprese e crea tensione finanziaria. «Con questa misura le imprese verrebbero significativamente danneggiate – rimarca la presidente Telleri –. Il provvedimento appesantisce l’onere a carico delle imprese, per il quale l’associazione ha sempre chiesto la riduzione dall’8% al 4% riportandola alle percentuali originarie. Senza contare che alle imprese non verrebbe riconosciuto alcun tipo di interesse o agevolazione. L’aspetto che però mi preme maggiormente sottolineare è che con la ritenuta d’acconto applicata sugli incassi ci viene detratta una parte importante di liquidità, calcolata sugli importi fatturati e non al netto anche solo dei costi più elementari come quelli di merci e materie prime. Così siamo obbligati a sostenere costi extra per la copertura di questa mancanza di fondi: costi, peraltro, sempre più alti a causa degli ultimi aumenti dei tassi e applicati per lunghi periodi, dato che tali crediti li possiamo utilizzare solo dopo la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a distanza di un anno o più e, in molti casi, solo dopo aver pagato anche un visto di conformità. Come associazione ci muoveremo per tutelare gli interessi degli imprenditori e ci attiveremo per presentare emendamenti che vadano nell’ottica di una riduzione delle ritenute d’acconto».