Riparte la campagna di comunicazione sull’uso consapevole dei digital device e videogiochi promossa dal Comune nell’ambito del progetto Game Factor, che ha l’obiettivo di promuovere un approccio positivo e sano al videogioco, al gioco online e a tutti i digital device, il cui abuso può portare a dipendenza. Lo slogan “Stoppa il videogioco, connettiti alla vita!” è stato ideato dai bambini e dalle bambine delle scuole primarie Carlo Chiostri dell’Istituto comprensivo 10.
Con il supporto degli esperti dell’associazione Dry Art, i bambini e le bambine coinvolti nel progetto hanno realizzato quattro manifesti che riprendono le frasi che spesso i genitori ripetono quando la permanenza ai videogiochi o ai digital device diventa eccessiva: “Smettila o si fredda la cena”, “Stacca la spina sembri uno zombie”, “Adesso basta, lo regalo al primo che passa”, “È da due ore che dici cinque minuti”. L’idea è di trasmettere ai propri coetanei l’importanza di sapersi anche fermare quando si utilizzano i videogiochi e di trovare spazio e tempo per vedersi di persona e giocare insieme, magari all’aria aperta.
Il progetto Game Factor, giunto al quarto anno di attività, lo scorso anno scolastico ha coinvolto 38 classi quarte e quinte delle scuole primarie, per un totale di circa 1000 alunni e alunne tra gli 8 e gli 11 anni.
Dai questionari somministrati ai bambini e le bambine che hanno partecipato, emerge che il 34,77% dei giochi utilizzati appartiene a tipologie sconsigliate ai minori di 12 anni e di questi il 4,77% è rappresentato da giochi vietati ai minori di 18 anni. Si evince inoltre che il 10% degli intervistati ha un account su un social network, non rispettando i limiti di età prescritti dalle piattaforme. Il social più frequentemente utilizzato è YouTube, a seguire TikTok, Instagram, Facebook e Snapchat.
Altro dato interessante è che più del 10% degli intervistati dichiara di giocare oltre le tre ore, mentre il 24,7% gioca online con i propri amici e circa l’8,9% gioca online con persone sconosciute. Infine, il 47,45% dei bambini e delle bambine ammette di giocare al di fuori della supervisione dei genitori.
“L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito la dipendenza da videogiochi tra i disturbi mentali che rientrano nell’International Classification of Diseases, la classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi sanitari correlati – spiega l’ assessore al Welfare e salute Luca Rizzo Nervo -. Così come i videogiochi possono essere uno strumento di inclusione, informazione per raggiungere le fasce giovanili, altrettanto l’Oms sottolinea la necessità di un’attenzione verso alcune tipologie di videogiochi, che per la loro natura tendono a costruire dinamiche di aggancio patologico. Il progetto Game Factor non vuole quindi demonizzare i videogiochi, ma sensibilizzare l’intera comunità educante rispetto a un loro uso consapevole e moderato”.