Si è svolta questa mattina alle 09:15 la commemorazione per il 25° anniversario della morte del Brigadiere Capo M.O.V.M. Pasquale Iscaro, deceduto il 28 luglio 1998 a Luzzara nel corso di un conflitto a fuoco con alcuni rapinatori. Alla cerimonia, oltre ad Angelo Iscaro, figlio del militare decorato con la medaglia d’oro, e la presenza del Comandante Interregionale Generale di Corpo d’Armata Maurizio Stefanizzi, accompagnato dal Comandante Provinciale dei Carabinieri Col. Andrea Milani e dal Comandante della Compagnia di Guastalla Capitano Roberto Iandiorio, era presente, una rappresentanza del corpo della Guardia di Finanza, oltre alle autorità civili ed ai rappresentanti dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri.
Non è voluto mancare nemmeno il Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Emilia Dott. Gaetano Calogero Paci, che con il Prefetto Dr.ssa Maria Rita Cocciufa, il Questore dott. Giuseppe Maggese, assieme ad Angelo Iscaro, al Comandante Interregionale Generale di Corpo d’Armata Maurizio Stefanizzi al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia Colonnello Andrea Milani al ed al Sindaco di Luzzara Elisabetta Sottili, hanno dato inizio alla toccante cerimonia con la deposizione di una corona ai piedi della lapide commemorativa. Alla presenza di numerosi cittadini, si sono poi susseguiti gli interventi dello stesso Sindaco di Luzzara e del Comandante Interregionale Generale di Corpo d’Armata Maurizio Stefanizzi, dopo la Santa Messa in suffragio al decorato, officiata dal cappellano Militare della Legione Carabinieri Emilia Romagna di Bologna Don Giuseppe Grigolon presso la Chiesa di San Giorgio.
Questa la motivazione con la quale venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria al Brig. Capo Pasquale Iscaro: «Nel corso di servizio perlustrativo unitamente ad altro militare, non esitava a fronteggiare, con ferma determinazione ed insigne coraggio, due malviventi sorpresi a rapinare un istituto di credito. Costretto a deporre la pistola d’ordinanza dai rapinatori che minacciavano di uccidere due inermi cittadini, con responsabile freddezza attendeva la liberazione degli ostaggi e, recuperata l’arma, si poneva all’inseguimento dei malviventi nel tentativo di procedere alla loro cattura. Fatto oggetto ad azione di fuoco, replicava, benché ferito, all’attacco dei criminali, colpendone mortalmente uno, prima di accasciarsi al suolo. Fulgido esempio di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio.
Luzzara (Reggio Emilia), 28 luglio 1998»