Una riqualificazione a misura di comunità e una ricucitura fra due aree urbane divise dalla linea ferroviaria. La prima è la demolizione e contestuale ricostruzione del ponte ciclopedonale del Gattaglio, il cui avvio dei lavori è imminente. La seconda è la costruzione di un nuovo sovrappasso ciclabile e pedonale alla ferrovia Milano-Bologna ordinaria, tra il quartiere di Villa Ospizio e il nuovo Parco dello sport presso il Campus universitario San Lazzaro. Due infrastrutture ‘leggere’, a misura di persona e dedicate alla mobilità sostenibile, riqualificanti due distinte e importanti zone di Reggio Emilia, finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dal Comune.
HANNO DETTO – Oggi le nuove opere sono state illustrate in antemprima alla stampa dal sindaco di Reggio Luca Vecchi che ha sottolineato come questi progetti siano “evocativi di una certa idea di città, legata alla mobilità sostenibile ciclopedonale e alle connessioni tra i quartieri. Ad esempio al Gattaglio, l’opera costituisce un’importante infrastruttura che collega la parte ovest della città con il centro storico e che ha una doppia valenza perché oltre a migliorare le connessioni tra diverse aree urbane, introduce un elemento di bellezza che porta con sé la riqualificazione dello spazio pubblico e diviene un acceleratore della rigenerazione urbana già avviata nel quartiere. A fine luglio incontreremo i cittadini per illustrare il progetto del nuovo ponte, un progetto reso possibile dai fondi del Pnrr e dall’evidenza che su alcune opere datate non si può continaure a fare solo manutenzione, ma bisogna innovare”.
“La nuova struttura di Ospizio, che crea una connessione diretta oggi inesistente tra il campus San Lazzaro e l’area del Campovolo ha un valore strategico per tutta la città – ha proseguito il sindaco – perché collega il quartiere Ospizio e l’università con un’area in via di trasformazione dove verrà realizzato il nuovo parco dello sport con aree verdi e percorsi fruibili a disposizione di tutti”.
“Queste opere, come altre finanziate grazie ai fondi del Pnrr – ha precisato Nicola Tria, assessore ai Lavori pubblici – sono andate in porto grazie alla struttura tecnica del Comune di Reggio Emilia che ha fatto un enorme lavoro per portare a compimento i progetti nei tempi tecnici necessari per avere accesso ai finanziamenti”.
Alla presentazione hanno partecipato anche Ursula Montanari, dirigente del Servizio Cura della città del Comune di Reggio Emilia e i progettisti delle opere: gli studi Piacentini Ingegneri srl per il ponte del Gattaglio e Iotti+Pavarani Architetti e Main Engineering per il cavalcaferrovia di Ospizio.
PONTE DEL GATTAGLIO – DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE
SARÀ PIÙ SICURO, AMPIO, DOTATO DI PANCHINE E DI DOPPIA CORSIA: UNA PER PEDONI, L’ALTRA PER CICLISTI
A fine estate il ponte del Gattaglio sarà abbattuto. Per risorgere entro qualche mese ed essere:
· più ampio: dagli attuali 2,15 a 5,40 metri di larghezza
· più ordinato e funzionale: a due corsie, una per ciclisti, l’altra per pedoni
· più accogliente: le corsie saranno separate da sedute per sostare e conversare
· più sicuro: con parapetti in ‘corten’ a doppia altezza, un poco più alta la protezione della corsia ciclistica e con nuova illuminazione
· più slanciato poiché sarà a campata unica, senza pilastri in alveo
· più bello: l’intervento sul ponte ciclopedonale del Gattaglio, oltre ad essere necessario sul piano tecnico-funzionale, è un intervento di riqualificazione urbana in un quartiere storico di Reggio Emilia, il Gattaglio appunto.
DUE PASSI NELLA STORIA – Un ponticello fu gettato sul torrente Crostolo al Gattaglio, per collegare il centro della città ai sobborghi, agli albori del Novecento, l’anno esatto non è conclamato, c’è chi ritiene 1910. E suscita tenerezza, a guardarlo adesso in fotografia, quell’insieme di tralicci. Era di legno e ferro, stretto, l’aspetto provvisorio, e infatti da subito fu definito ‘passerella’, quale in effetti era. Una definizione che si è portato con sé fino ad oggi.
Fu un’innovazione non da poco 113 anni fa, almeno in termini di sicurezza e funzionalità, dato che scongiurava finalmente i disagi del guado, unica possibilità fino ad allora di superare il torrente Crostolo in quel punto, tra la città della prima cintura che si andava sedimentando a ridosso di porta Brennone, oggi piazza Fiume, e i primi sobborghi abitati da coloro che dalle campagne e da Villa Coviolo cercavano nuove opportunità verso la città.
Da allora, la passerella del Gattaglio ne ha fatta di strada, almeno tanta quanta ne hanno fatta le migliaia e migliaia di persone che lo hanno percorso.
Dopo la seconda guerra mondiale, si ricostruisce e soprattutto si demolisce e si ricostruisce, alla ricerca di un nuovo mondo, che si intendeva fatto di solidità e sviluppo, di modernità. E nel 1950 la passerella si adegua ai tempi nuovi, diventando ponte.
Pur sempre piccolo e pedonale, ma ponte: i tralicci di legno lasciano il posto a una struttura in cemento armato, con pile in alveo e travata continua a quattro campate, come lo si è visto sino a questi giorni. Con interventi ulteriori però, alla fine degli anni Ottanta, quando le pile vengono rinforzate e accresciuta la dotazione funzionale con la costruzione di una condotta dell’acquedotto che tuttora affianca il ponte.
I passaggi intanto aumentano, si moltiplicano in maniera esponenziale, dato che quei timidi insediamenti di inizio Novecento in 70 anni e più si sono fatti città: case, strade, quartieri che sono quasi paesi, come la stessa Coviolo, il Migliolungo, Regina Pacis, Roncina, Orologio, Bell’albero… Più persone e più biciclette, perché non c’è nulla di meglio di una bicicletta per raggiungere il centro storico in un attimo, da questi luoghi, percorrendo il ponte del Garraglio. Il quartiere omonimo poi si è arricchito nel tempo di negozi, luoghi di ritrovo, circoli e centri sociali, celebri bocciofile: un mondo nel mondo della città. E quel ponte sempre in mezzo, a condurre le danze dell’andirivieni a tutte le ore, ad accompagnare la storia di una porzione importante di Reggio Emilia.
Facile intuire che l’usura – quella inflitta dal tempo, delle intemperie e delle piene, assieme ai transiti – si sia fatta sentire.
Il Comune ha perciò deciso di fare alcune verifiche tecniche, a seguito delle quali è emerso che la struttura poteva andare avanti, ma in tempi non così lontani si sarebbero resi necessari interventi drastici. Si è deciso perciò di rifare ex novo, una volta per tutte, con un progetto nuovo, al passo con i tempi e con i flussi di traffico ‘gentile’, fatto di scarpe e pedali, di incontri e di civiltà nel lasciare ad esempio il passo a una mamma con passeggino, a un bimbo che muove i primi passi o a un commesso trafelato carico di pacchi o di cibarie da consegnare a domicilio: scene che ricorrono sul ponticello.
PROGETTO E RISORSE – L’Amministrazione ha così messo mano al progetto e impegnato risorse a Bilancio.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha offerto l’opportunità di importanti risorse, assegnando alla demolizione e ricostruzione del ponte del Gattaglio, presentato da Comune a Bando di finanziamento, 860.000 euro nell’ambito della Missione 5 Coesione e inclusione – Componente 2 – Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Rigenerazione urbana a cui si aggiungono, dal Fondo opere indifferibili, 86.000 euro.
A questa somma, il Comune aggiunge 246.000 euro.
Il progetto prevede, dopo la demolizione, la costruzione di un ponte nuovo, a campata unica, di luce netta pari a 46,18 metri, con sviluppo planimetrico obliquo rispetto all’asta del torrente, in modo da mantenere inalterati i punti di collegamento storici.
La campata unica a ‘sezione libera’, oltre a dare leggerezza all’opera inserendola meglio nel contesto urbano e ambientale, consente di liberare l’alveo del torrente da infrastrutture (pilastri). L’impalcato sarà in cemento armato e poggerà su due ‘spalle’ realizzate e inserite negli argini del corso d’acqua.
La larghezza complessiva del ponte sarà di 5,4 metri, ospiterà una ciclabile a doppio senso di marcia di 3 metri pavimentata con calcestruzzo architettonico, un camminamento a doppio senso di 1,2 metri con pavimentazione in porfido e una fascia intermedia dedicata alla sosta dei pedoni di larghezza pari a 1,2 metri caratterizzata dalla presenza di sedute e da copri illuminanti centrali a basso consumo energetico. Il manufatto, privo di barriere architettoniche, sarà accessibile a tutti.
I due parapetti, che caratterizzano l’opera e la uniscono al contesto, saranno composti da una sequenza ritmata di profili rettangolari sottili e smussati in corten (acciaio patinato che assume un colore ruggine) collocati a filo esterno dell’impalcato, a cui saranno agganciati. I parapetti saranno, al vertice superiore, di diversa quota: quello sul lato pedoni sarà ad ‘altezza d’uomo’ e quindi in grado nello stesso tempo di proteggere e di poter guardare il torrente e il panorama; quello sul lato ciclisti sarà un poco più alto, dato che chi sta in sella è in movimento e di solito si trova a una quota maggiore del pedone.
L’opera risulta longilinea, sottile e leggera grazie anche al posizionamento arretrato delle travi rispetto al filo esterno del parapetto, ed è stata progettata per consentire in futuro lo spostamento della condotta dell’acqua attualmente collocata nella struttura reticolare che corre parallelamente alla passerella.
L’inizio dei lavori è previsto per fine estate con una durata complessiva di circa sette mesi. La piazzetta del Gattaglio non sarà interessata dall’accantieramento, se non temporaneamente per le operazioni strettamente collegate per le giornate di varo dell’impalcato.
Il progetto è stato realizzato da Piacentini Ingegneri srl.
Mercoledì 19 luglio alle ore 21 amministratori comunali e progettisti presenteranno il progetto del nuovo ponte ai cittadini in un incontro al centro sociale Gatto azzurro del Gattaglio.
NUOVO CAVALCAFERROVIA CICLOPEDONALE TRA OSPIZIO, CAMPUS SAN LAZZARO E PARCO DELLO SPORT
La stessa Missione 5 del Pnrr ha contribuito al finanziamento del nuovo cavalcaferrovia che collegherà il quartiere di Villa Ospizio con il Campus San Lazzaro e il nuovo Parco dello sport-Stadio dell’atletica collocato fra l’Area Reggiane e lo stesso Campus: un’opera di riqualificazione e ricucitura urbana.
RICUCITURA – Il nuovo cavalcaferrovia ciclopedonale, come previsto dal progetto di fattibilità tecnico-economica, è volto a scavalcare i binari della linea ferroviaria Rfi ordinaria Milano-Bologna e della rete Fer Reggio Emilia-Guastalla, restituendo così una continuità al territorio e collegando la futura Area sportiva del quadrante nord con il Campus universitario.
La struttura costituirà una connessione agevole, sicura, accessibile e piacevole tra il Campus San Lazzaro e la Via Emilia a sud e il sistema dei parchi e dell’Arena del Campovolo a nord, con un approccio volto alla integrazione paesaggistica del manufatto nel contesto naturalistico in cui si inserisce.
La posizione è da considerarsi strategica per la sua capacità di intercettare più modalità.
A sud del fascio ferroviario, infatti, la struttura si collega direttamente ai percorsi ciclopedonali esistenti sia all’interno del Campus sia al sistema di ciclabili cittadino in attestazione sulla Via Emilia. E’ inoltre direttamente collegata e potrà quindi servire il parcheggio da 300 posti auto, oggi già a utilizzato dai frequentatori del Campus e della vicina stazione Fer.
A nord delle linee ferroviarie, l’infrastruttura contribuirà a metterà a sistema altri percorsi ciclabili, parcheggi a servizio dei parchi e del futuro Stadio dell’atletica, e la stazione Fer di connessione con la Stazione Av Mediopadana.
L’opera si colloca a circa 150 metri a ovest della stazione di Reggio Emilia San Lazzaro, in continuità con uno degli assi nord-sud strutturanti l’area storica di San Lazzaro (compreso tra il padiglione De Sanctis e il padiglione Besta), segnato da un doppio filare di pioppi cipressini e con un ingresso diretto e riconoscibile dalla Via Emilia.
COME È FATTO – Il cavalcaferrovia si configura come un corpo sottile che si colloca con chiarezza nel contesto e lo asseconda, attraverso un andamento organico volto a favorire il miglior inserimento ambientale.
Esso si compone di tre parti: il sistema di risalita a sud; il ponte di attraversamento; il sistema di risalita a nord.
Il sistema di risalita a sud ricade sul sedime dell’area San Lazzaro e si colloca in affiancamento all’asse storico nord-sud che attraversa il Campus dalla Via Emilia alla ferrovia con un percorso ciclopedonale rettilineo. Tale sistema di risalita al ponte è quindi visibile e accessibile da tale asse, ma si pone sul lato ovest senza ostruirlo, né alterandone gli aspetti ambientali e paesaggistici.
Esso è composto da una scala larga 1,5 metri e lunga 18 metri, che si pone parallela all’asse storico, e da un percorso ciclabile a rampa di larghezza 2,5 metri e lunghezza 130 metri, con tratti di 10 metri con pendenza variabile del 7-8% intervallati da pianerottoli in piano. Il percorso occupa un’area libera a prato, con un rilevato di terra che consente di integrare la prima parte della rampa di risalita a favore di una migliore integrazione paesaggistica, mentre la seconda parte della rampa è in appoggio su pile.
Proprio la generazione di un terrapieno è funzionale ad ‘accompagnare’ i percorsi di risalita degli utenti, dando un carattere di continuità con il paesaggio. Essi contribuiscono anche a cingere uno spazio di ‘piazza verde’ all’interno del Campus, funzionale ad utilizzi ricreativi e vocati alla socialità.
La risalita si completa con un ascensore, facilmente identificabile e agilmente accessibile al termine del percorso dell’asse storico, che consente l’utilizzo del ponte pedonale anche a persone con ridotta mobilità.
Il ponte pedonale ha una lunghezza complessiva di 90 metri e si sviluppa con un andamento rettilineo nord-sud per i primi 60 metri, per poi deviare verso est per i restanti 30 metri.
Tale andamento consente di spostare il punto di innesto del sistema di discesa a nord, avvicinando leggermente la scala e l’ascensore verso la stazione Fer e consentendo al contempo alla rampa di discesa sul lato opposto di raccordarsi all’arrivo con il percorso perpendicolare alla strada di servizio.
La passerella ha larghezza netta interna di 4 metri, a consentire il transito pedonale (1,5 metri larghezza) e quello ciclabile (2,5 metri di larghezza).
La struttura della passerella è costituita da travi in acciaio sui bordi di 1,55 metri di altezza, con funzione anche di parapetto, e da un impalcato misto in acciaio e cemento armato.
Tutto il percorso è previsto in asfalto colorato, in tonalità ‘brune-terra-corten’, a favorire il miglior inserimento in un ambito prevalentemente naturalistico. Le stesse strutture – sia in acciaio sia in cemento – nonché l’intradosso dell’impalcato e le finiture, verranno tinteggiate nelle stesse tonalità, per generare la massima uniformità del manufatto.
INVESTIMENTO – L’importo dell’opera è di 4.296.000 euro. Il finanziamento Pnrr è pari a 2.880.000 euro, a cui si aggiungono, dal Fondo opere indifferibili 288.000 euro e, da fondi comunali, 1.128.000 euro.
La durata dei lavori è prevista in 20 mesi, con termine nel marzo 2026.
Il progetto è di Iotti+Pavarani Architetti e Main Engineering.