Federica Pellegrini ha incantato e divertito le 400 persone accorse ad Albinea per ascoltarla e ringraziarla per le tante enormi soddisfazioni che ha regalato al mondo dello sport italiano. La “divina” è stata ospite questa mattina della rassegna “Tu sì che vali”, fortemente voluta dal Comune di Albinea per sottolineare che lo sport è una straordinaria palestra di vita dove i valori personali fanno la differenza.
Federica è stata ricevuta dal sindaco Nico Giberti e dall’assessore allo Sport, Daniele Menozzi, nella sala del Consiglio comunale, dove ha ricevuto un assaggio dell’ospitalità albinetana. Nel pacco che le è stato regalato erano contenuti infatti un’ampolla di aceto balsamico tradizionale, bollino oro, prodotto dall’acetaia di villa Tarabini, un pezzo di Parmigiano Reggiano 24 mesi, una maglietta con il brand della biblioteca Pablo Neruda e una borraccia in alluminio che è stata consegnata negli anni scorsi agli alunni delle scuole albinetane.
Poi Pellegrini è entrata al cinema Apollo accompagnata da tanti applausi per presentare la sua autobiografia: “Oro”, pubblicato da La nave di Teseo. Sul palco con lei, in qualità di intervistatore, c’era Andrea Delmonte, editor Libri di Mondadori.
“Chi legge questo libro conosce chi è la vera Federica visto che in pochi sanno cosa accada prima di una gara, lo stato d’animo e gli eventuali problemi di un atleta. Purtroppo, ma è impossibile cambiare questa cosa, alla fine il pubblico vede solo il risultato – ha spiegato – Ho vissuto quasi più tempo in acqua che sulla terraferma e mi sento una creatura anfibia, ma fin da bambina capii che l’acqua era un elemento in cui mi trovavo completamente a mio agio”.
La Pellegrini ha anche parlato della sua emozione nel ricevere il kit Olimpico “in cui c’era veramente tutto quello che serviva per vivere due settimane: dall’intimo alle tute, dai costumi alle cuffie per la musica” all’età di 15 anni: “So che il Tricolore è nato qui a Reggio e per me è sempre stato un grande onore vestirmi con la bandiera addosso e sventolarla in ogni mio successo” ha detto, ricordando anche, sollecitata da una domanda, il periodo difficile trascorso a 16 anni in cui si trasferì dalla sua casa a Settimo Milanese per seguire il suo allenatore e andò incontro alla bulimia – All’inizio non sapevo cosa mi stesse accadendo, sapevo solo che mangiavo molto e per cercare di non ingrassare andavo a vomitare la sera in bagno, ma nel mio corpo non cambiava nulla in positivo, anzi, ero sempre più debole in vasca. Quando ebbi una grossa delusione non qualificandomi per gli europei decisi di chiedere aiuto a un medico e di affidarmi nelle mani di chi aveva studiato per affrontare quella malattia”.
Infine Federica ha sottolineato l’importanza del “lavorare sodo” nella sua carriera di atleta: “Sono arrivata a conquistare i miei traguardi sempre grazie al lavoro e al sacrificio. Non mi sono mai seduta sugli allori e ho sempre cercato di migliorarmi anche affrontando carichi di fatica molto molto pesanti”.
Al termine dell’intervista la campionessa si è fermata nell’atrio del cinema per firmare centinaia di copie del suo libro e scattare foto con i fans.