Nuove analisi e nuove strategie di gestione delle inondazioni dovute a collassi arginali da ora sono possibili grazie allo studio condotto da due ricercatori di Unimore, i proff. Giovanni Moretti e Stefano Orlandini del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari.
Lo studio, che è stato finalizzato nel corso di un progetto di ricerca FAR 2020 Mission Oriented finanziato dalla Fondazione di Modena, è intitolato Thalweg and Ridge Network Extraction from Unaltered Topographic Data as a Basis for Terrain Partitioning ed ha rilevanza teorica in quanto permette per la prima volta di analizzare i dati topografici a elevata risoluzione forniti dai rilievi lidar, la tecnologia che determina la topografia di un oggetto illuminandolo con una luce laser, senza la necessità di riempire artificialmente le depressioni (per semplicità modellistica) o di aggregare le griglie di rappresentazione (per ragioni computazionali).
La ricerca si è resa necessaria per descrivere in modo dettagliato la topografia della piana alluvionale tra Secchia e Panaro nei modelli bidimensionali delle inondazioni dovute ai collassi arginali.
L’algoritmo LANDMARK sviluppato permette di identificare in modo totalmente automatico la rete delle valli (o più precisamente delle linee di fondo di valli e canali chiamate talweg) e la rete dei crinali, per qualunque topografia terrestre o planetaria. Il problema è stato risolto numericamente in una prima fase ed è stato successivamente inquadrato in uno schema concettuale nuovo che permette una caratterizzazione fisicamente significativa delle reti delle valli e dei crinali come strutture ad albero mutamente incastrate tra loro a tutte le scale spaziali.
“Lo scopo è stato pienamente conseguito in quanto l’algoritmo LANDMARK – affermano i proff. Giovanni Moretti e Stefano Orlandini di Unimore – permette di generare in modo automatico griglie di calcolo non strutturate che catturano il dettaglio topografico solo dove è strettamente richiesto. Rispetto all’uso di griglie di calcolo regolari, riusciamo a ottenere con LANDMARK simulazioni idrauliche nettamente più accurate con tempi di calcolo reali (wall-clock time) 37 volte inferiori”.
Così ora le simulazioni con tempi di calcolo di 12 ore possono essere ora condotte in 20 minuti con risultati decisamente più affidabili.
“Lo studio è stato motivato dai problemi idraulici reali del territorio modenese – concludono i ricercatori Giovanni Moretti e Stefano Orlandini di Unimore – e ha condotto a un nuovo paradigma per la descrizione di qualunque processo geofisico superficiale, a riprova che la ricerca applicata (solution science) e teorica (discovery science) non hanno sempre confini così netti”.
L’articolo è accessibile in open access attraverso il seguente link: http://dx.doi.org/10.1029/2022JF006943.
La ricerca è stata finalizzata nel corso di un progetto di ricerca FAR 2020 Mission Oriented finanziato dalla Fondazione di Modena.