Il 17 aprile 2023 l’Osservatorio Geofisico festeggia 4 anni di ri-apertura a seguito dell’inaugurazione avvenuta nel 2019 dopo una serie di imponenti lavori alla struttura del Torrione di Levante di Palazzo Ducale (piazza Roma, 22) a Modena.
Il sisma del 2012, in aggiunta a problemi presenti nello storico sito, avevano reso inagibile l’Osservatorio Geofisico costretto per anni alla chiusura al pubblico. Grazie al finanziamento della Regione Emilia Romagna e di Unimore che hanno investito 554 mila euro arrivati dai fondi per il terremoto destinati ai beni culturali e le risorse stanziate dall’Ateneo modenese reggiano, questo prezioso bene architettonico è stato restaurato e la collezione di strumenti e documenti storici presenti è stata nuovamente accessibile alla cittadinanza. L’investimento ha consentito di rendere agibili e utilizzabili da studiosi e turisti l’Osservatorio e la terrazza sommitale, luogo privilegiato per godere della bellezza della città.
Così dall’inaugurazione, seppur con la battuta di arresto dettata dal Covid-19, sono trascorsi quattro anni trascorsi all’insegna del rendere l’Osservatorio sempre più accessibile, infatti, sono state registrate quasi 3500 visite grazie all’organizzazione di numerose iniziative promosse in occasione di molti eventi locali e nazionali quali ad esempi i Pioneers di Climate Kic, la Notte della Ricerca, le giornate del FAI, dove nel 2019 giovani ciceroni delle scuole superiori hanno accompagnato le persone in visita alla torre, e poi ancora i “Saturdays for Future”, per sensibilizzare al consumo responsabile, “L’Osservatorio per la pace”, una tre giorni di raccolta fondi per la Croce Rossa Italiana, comitato di Modena, dove i proventi sono stati destinati all’emergenza umanitaria in Ucraina.
Nel corso del 2022 sono state numerose le iniziative organizzate, oltre alla nuova apertura per le scuole, con ben otto classi in visita dal Liceo Tassoni di Modena. L’Osservatorio ha poi partecipato attivamente al Festival della Sostenibilità 2022 promosso da ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) con seminari, visite guidate a tema “Cambiamento Climatico” ed ospitando la mostra “Stimela” del fotografo documentarista Luca Sola, che racconta le migrazioni interne al continente africano causate dalle problematiche territoriali legate al riscaldamento globale.
L’ultima iniziativa in ordine di tempo è stata in occasione di Unijunior, un progetto dell’Associazione Culturale Leo Scienza nel 2008 che vuole avvicinare i bambini al mondo universitario, con lezioni interessanti e coinvolgenti. Il 18 marzo 2023, infatti, il team dell’Osservatorio ha sperimentato una nuova formula per le visite, in costume d’epoca, per raccontare il clima di Modena e far vivere ai piccoli ospiti l’esperienza di diventare “Meteorologi per un giorno”.
In tutti questi anni non è comunque mai mancata l’attenzione alle misurazioni meteorologiche e all’attività di ricerca. Nonostante la pandemia le misure sono continuate regolarmente, così come le analisi sui dati e sulle osservazioni. L’Osservatorio ha anche ottenuto il riconoscimento di “Long Term Observing Station” dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) per più di 100 anni di misure ininterrotte.
La strumentazione di misura è inoltre stata implementata con un nuovo radiometro UV che sta permettendo anche importanti studi legati alla pandemia e un nuovo strumento per la misura dei flussi di anidride carbonica in area urbana che sarà installato nella primavera/estate 2023.
“In questi quattro anni – afferma il prof. SergioTeggi, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Geofisico di Unimore – l’impegno per sostenere e far crescere l’Osservatorio sia dal punto di vista scientifico che museale, non è mai mancato. È stata prestata particolare attenzione alla fruibilità del patrimonio scientifico e storico da parte del cittadino attraverso la predisposizione di audioguide, realizzando percorsi di visita, producendo materiale informativo disponibile anche in internet e sui principali canali social e migliorando la qualità dei locali. Queste azioni hanno tratto forza anche dall’inclusione dell’Osservatorio nel sistema museale dell’Ateneo MUSEOMORE. Dal punto di vista scientifico l’avanzamento principale è stata l’installazione di nuovi sensori, come le misure di radiazione ultravioletta e dei flussi di CO2, aumentando così le potenzialità della banca dati meteorologica e climatologica per i progetti di ricerca ai quali l’Osservatorio fornisce supporto. Ci avviciniamo ad una data importante, il 2026, anno in cui si festeggeranno i duecento anni dall’istituzione dell’Osservatorio e il team dell’Osservatorio è entusiasta e pronto ad accogliere sempre nuove sfide”.