“Non sapevo che il sindaco Menani e il vicesindaco Lucenti fossero così bravi a lanciare la palla in tribuna – esordisce Gibellini -. La colpa quindi è sempre degli altri, in questo caso degli amministratori comunali che li hanno preceduti e che avevano autorizzato la messa in vendita del lotto di terreno vicino al cimitero. Ogni volta che Menani e Lucenti parlano si contraddicono e si arrampicano sugli specchi come Spiderman, ma loro non ne sono capaci. Il fatto che dicano che ci sono dei vincoli che riguardano la zona di rispetto del cimitero, è falso. C’erano dei vincoli ma riguardavano solo gli immobili preesistenti e sono stati rimossi, poichè la Soprintendenza ha dichiarato che quei ruderi non avevano nessun valore storico. Tutto questo lo si evince dai documenti che ha in possesso l’amministrazione comunale, uno in particolare in cui due tecnici comunali scrivevano al dottor Stefano Faso che dal 2017 al 2021 è stato dirigente del Settore I Patrimoni e che ha seguito tutto l’iter burocratico del bando che doveva portare alla vendita del lotto vicino al cimitero. Tra l’altro il dottor Faso insieme al vice sindaco di allora Camilla Nizzoli e all’ingegner Giuseppina Mazzarella, dirigente del settore urbanistico, erano presenti anche all’incontro del 21 giugno 2021 in cui mi venne comunicato che l’amministrazione comunale non intendeva più fare il bando per la vendita del terreno di proprietà comunale di fianco al cimitero. In quella sede non mi venne assolutamente comunicato che ‘c’erano dei vincoli di alcun tipo”.
“Ho sempre pensato – prosegue Gibellini – che gli amministratori pubblici dovrebbe avere come capisaldi la dignità e la correttezza, cosa che non ho trovato negli amministratori comunali attuali di Sassuolo. Il sindaco Menani nella risposta alle mie dichiarazioni in conferenza stampa dice che la Funeral Home vicina al cimitero non si può fare perché c’è un vincolo di rispetto dell’area cimiteriale che lo vieta. Ha aggiunto anche che io non avrei letto con attenzione i documenti e le normative vigenti e invece è proprio lui che dovrebbe informarsi meglio perché c’è una legge regionale del 2004 che lo smentisce platealmente! L’articolo 14 della legge regionale del 2004 sulle strutture per il commiato, comma 5 recita così: “Le strutture per il commiato non possono essere collocate nell’ambito di strutture sanitarie pubbliche o private, né di strutture socio-sanitarie o di vita collettiva, ma possono essere collocate nella zona di rispetto cimiteriale”.
“Per quanto riguarda invece l’asta per l’aggiudicazione dell’immobile di Via Ancona, l’ex sede della Croce Blu (Pas) – continua Gibellini – noi abbiamo fatto nel rispetto delle norme e delle regole sotto tutti i punti di vista e sappiamo anche che dopo l’assegnazione di un bene messo all’asta, aggiudicato e pagato, il bene è di proprietà di chi l’ ha acquistato e basta! Noi abbiamo letto attentamente il bando dell’asta firmato dal giudice Camilla Ovi e ci siamo attenuti strettamente a quelle disposizioni. La relazione giurata del geometra Rodolfo Orsini redatta il 10 giugno del 2021 indicava un valore dell’immobile di 309mila e 600 euro; una cifra di un immobile che sicuramente non è destinato alla demolizione o alla trasformazione in verde pubblico. Abbiamo invece dei forti dubbi sul comportamento del sindaco Menani e del vice sindaco Lucenti in questi anni a proposito di questa asta che è andata deserta per ben tre volte. Crediamo che in qualche modo sia stata messa in atto una vera e propria turbativa d’asta. Non siamo degli investigatori ma la nostra domanda è questa: perché quest’asta è andata deserta tre volte a discapito dei creditori del fallimento? Perché è stata aggiunta all’ultimo momento una nota del 10 giugno 2021 dell’archiettto Illari, dirigente del Settore Urbanistica, in cui si diceva che l’immobile era da abbattere e che esistevano dei vincoli? Sembra una manovra per dissuadere i compratori a discapito sempre di tutti i creditori del fallimento. Ci chiediamo anche se fosse regolare la presenza del vice sindaco all’asta e anche il suo invito al termine dell’asta a mettermi in contatto con il Sindaco. Tutto questo a che pro? E che senso ha dire adesso che l’amministrazione si sta impegnando per trovare una nuova sede alla Pubblica Assistenza di Sassuolo quando ha avuto ben quattro anni di tempo per risolvere questo problema?”
“Per quanto riguarda l’immobile in cui la ditta concorrente vorrebbe realizzare la Funeral Home – conclude Gibellini – il sindaco non ha risposto ad un paio di domande. La prima riguarda il perché è stata concessa un’autorizzazione di questo tipo, vista la posizione dell’immobile a pochi metri da due condomini densamente abitati, l’assenza di parcheggi e senza avere messo in considerazione il fatto che gli appartamenti subiranno un deprezzamento davvero notevole. Sarà comunque il Tar a decidere sulla regolarità dell’insediamento in quel luogo, in risposta ai ricorsi di alcuni proprietari di appartamenti dei due condomini. Mi chiedo anche se l’attento Ufficio tecnico comunale abbia verificato o meno se la copertura dello stabile inutilizzato da vent’anni sia di eternit, cioè amianto”.
“Come diceva Giulio Andreotti ‘a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina’. Uso questa celebre frase dopo aver letto su facebook un botta e risposta pubblico fra il sindaco Menani e l’imprenditore funerario Christian De Carlo a cui è stata data l’autorizzazione di fare una Funeral Home a Sassuolo. Scrive Menani: “E’ un piacere vedere l’insediamento di una ditta seria che rispetta la normativa esistente e non chiede di poter fare ciò che la legge non prevede come hanno fatto altri….”. Risponde De Carlo:”Francescco Menani grazie per aver creduto a questo progetto. Il merito è anche tuo e tutta la Giunta. Grazie Grazie!!!”
Un imprenditore serio non farebbe una pubblicità ingannevole, dicendo di avere una Funeral Home che non esiste ancora per accaparrarsi dei clienti e portare le salme alle camere ardenti dell’ospedale di Sassuolo, finora gratuitamente, come se fosse la sua struttura.
“Comunque noi la Casa Funeraria la faremo a Sassuolo – chiosa Gibellini – c’è il progetto, verrà presentato nei prossimi giorni all’Ufficio urbanistico e se non saremo ostacolati e osteggiati, la nostra struttura servirà a risolvere una grave problema, una vera e propria emergenza che è quella che stanno vivendo i cittadini di Sassuolo che da anni trovano nelle camere ardenti dell’ ospedale di Sassuolo una situazione vergognosa e deplorevole.